BRINDISI – Il Tribunale di Brindisi (Presidente Dr. Cucchiara a latere Dr. Zizzari e G. Fiorella) ha condannato il 45enne di San Pietro Vernotico Daniele Andriani, attualmente detenuto nel carcere di Altamura, alla pena di anni cinque di reclusione perché lo ha riconosciuto colpevole del reato di violenza sessuale ai danni della 33enne brindisina T. M..
I fatti risalgono al 2014 allorquando la donna, sottoposta ad amministrazione di sostegno per motivi di salute, presentò ai Carabinieri di S.Pietro una denuncia contro Andriani.
La 33enne ha confermato al Tribunale quanto riferito ai Carabinieri e, cioè, di essere stata avvicinata, nei pressi della stazione ferroviaria di S.Pietro mentre era in attesa di prendere il treno per Brindisi, da Andriani, suo amico, il quale le propose di portarla nella sua casa, allocata nei pressi della stessa stazione, per parlarle privatamente.
L’uomo, una volta entrata, prima la fece accomodare, poi iniziò più volte a baciarla e palpeggiarla su parti intime e successivamente tentò di spogliarla chiedendole esplicitamente di avere un rapporto sessuale. La donna riuscì a svincolarsi e mentre fuggiva Andriani si sbottonò i pantaloni per esibire il suo organo sessuale gridandole che la donna sarebbe stata sua.
Andriani, pur sentito dal Tribunale nel corso dell’istruttoria dibattimentale, ha negato insistentemente ogni addebito, dichiarando di non aver mai avuto con la donna alcun contatto o tipo di rapporto.
Al termine del contraddittorio il P.M. Pellerino ha avanzato per l’imputato la pena di anni 8 e mesi sei di reclusione.
L’Avv. Domenico Valletta, quale difensore di Andriani Daniele, ha chiesto l’assoluzione del proprio assistito per mancanza di riscontro ed incongruenza delle asserizioni della donna, mentre l’Avv. Loredana Massari, costituitasi parte civile per la persona offesa, la condanna dell’imputato.
Il Tribunale, valutando le affermazioni rese dalla 33enne, riconosciuta capace ed attendibile, e la posizione di Andriani, già appesantita dall’unicità del disegno criminoso, dalla recidiva specifica infraquinquennale (era stato condannato in passato per lo stesso reato commesso ai danni della ex convivente), dalla cospicua previsione della pena base, ha condannato l’imputato, previa esclusione della continuazione e della recidiva, alla pena di anni 5 di reclusione e risarcimento danni a favore della donna.