L’autopsia sul corpo di Clelia Ditano, la 25enne fasanese precipitata nel vano ascensore della palazzina di via Saragat, non ha fornito ulteriori dettagli rispetto a quelli già noti. L’esame, eseguito dal medico legale Domenico Urso, ha confermato che la giovane è caduta da un’altezza di oltre 10 metri, dal quarto al primo piano. Tuttavia, per determinare se Clelia sia morta sul colpo o meno, sarà necessario attendere l’esito degli esami istologici e tossicologici, che richiederanno circa 60 giorni.
L’autopsia si è svolta presso il cimitero di Brindisi, dove la salma di Clelia era stata trasferita mercoledì scorso. Nel frattempo, la PM Livia Orlando, che ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo, ha disposto altri due accertamenti tecnici irripetibili: l’analisi del telefono della ragazza per stabilire l’ora dell’ultimo accesso e la perizia sull’ascensore, sequestrato poche ore dopo la tragedia. Questa perizia mira a ricostruire tutte le operazioni di manutenzione eseguite sull’impianto.
L’inchiesta ha visto un ampliamento della lista degli indagati, che ora include quattro persone. Oltre all’amministratore del condominio di proprietà di Arca Nord Salento, sono stati iscritti nel registro degli indagati altre tre persone, tutte coinvolte nelle attività di manutenzione e revisione dell’ascensore. Questo passaggio, al momento, è un atto dovuto per consentire la nomina dei difensori e di consulenti di parte durante le perizie.
Nel frattempo, il pubblico ministero ha concesso il nulla osta per la riconsegna della salma alla famiglia. I funerali di Clelia Ditano si terranno venerdì pomeriggio, alle 16, nella chiesa di S. Antonio Abate a Fasano, dove amici e parenti potranno darle l’ultimo saluto.