Avviso pubblico per la scelta del sito DTT. Bozzetti (M5S): “Serve chiarezza sulla gestione del bando. Ancora dubbi sul progetto”

BRINDISI –  “Sosteniamo la decisione della Regione di chiedere una verifica all’Avvocatura Regionale per sapere se la gara per la scelta del sito del progetto DTT (che ha visto preferire il sito Enea di Frascati alla cittadella della ricerca di Brindisi) sia stata gestita correttamente da un punto di vista amministrativo. Nell’attesa di chiarire questi aspetti di trasparenza non possiamo non evidenziare che probabilmente con un’offerta maggiore della Regione rispetto ai 30 milioni proposti per l’adeguamento della cittadella della ricerca, la gara si sarebbe conclusa diversamente.” Così il consigliere del M5S Gianluca Bozzetti a margine delle audizioni in I Commissione del direttore del Dipartimento Sviluppo Economico Domenico Laforgia e della coordinatrice dell’Avvocatura Regionale Rossana Lanza sull’esito dell’avviso pubblico per la scelta del sito che ospiterà il progetto sull’esperimento di fusione nucleare ITER DTT (Divertor tokamak test).

“Un sito – continua il pentastellato – che presenta gravi carenze strutturali dovute a decenni di abbandono da parte delle amministrazioni locali e nazionali, anche di centrosinistra. Per questo auspichiamo che la Regione s’impegni ad investire ugualmente i soldi  previsti per il rilancio della cittadella. Inoltre, in attesa di capire se ci siano dei margini per poter riaprire la gara, torniamo a chiedere chiarimenti  sul progetto. Un aspetto da approfondire è ad esempio quello relativo ai posti di lavoro, per cui abbiamo sentito parlare a regime di 1500 potenziali occupati, mentre nel progetto leggiamo di 150 posti. Altro punto è la questione ambientale perché, seppure in quantità ridotte, la sperimentazione produrrà materiale pericoloso e nessuno ha ancora detto dove e come questo sarà stoccato. Parliamo di un progetto indietro di oltre 5 anni rispetto al cronoprogramma iniziale  e per il quale i costi di realizzazione si sono triplicati passando dai 5 miliardi del 2009 ai 15 miliardi odierni. Domande – conclude – che poniamo da mesi e per le quali aspettiamo ancora di ricevere risposte adeguate”.

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