Azione Studentesca replica a UDS: “Se amare passato glorioso costituisce reato per qualcuno, lieti di costituirlo”

BRINDISI – Riceviamo e pubblichiamo nota di Azione Studentesca Brindisi in merito alla diaspora con l’Unione Degli Studenti.

“A quanto pare – si legge nella nota – non siamo stati abbastanza esaustivi o i compagni dell’UDS non riescono a comprendere nemmeno il significato di un comunicato stampa, nel quale abbiamo affermato che gli autori del gesto rispondono ad Azione Antifascista, le cui mani sono state armate e fomentate dalle intolleranze espresse in questo tempo dall’UDS. Veniamo accusati di fascismo, ebbene a proposito di ciò intendiamo rispondere con una massima che ci caratterizza nei modi di pensare ed agire: ‘non rinnegare, non restaurare’. I riferimenti sono chiari, la radici profonde, le identità marcate, ma è una menzogna arrivare a connotarci come violenti. Nell’analizzare la storia si ha la memoria troppo corta e molto spesso l’odio politico porta a dimenticare le proprie nefandezze e le proprie violenze, che sono ben più superiori a quelle che voi ci additate. Basti ricordare i 100 milioni di morti che ha causato il comunismo, ma non vorrete ora giustificarli come siete soliti fare o dimenticarli come nel caso delle Foibe del vostro compagno Tito, nelle quali hanno perso la vita 20 mila italiani, tra cui anche civili e imparziali al giudizio politico. Un gesto che ha in comune con voi quella connotazione di intolleranza oppure rinnegherete anche queste violenze e queste barbarie giacché ”per antonomasia” disprezzate la violenza, nonostante i vostri riferimenti politici siano chiaramente di parte e tendenti alla estrema sinistra? Vi facciamo un invito, così come lo abbiamo fatto privatamente senza aver utilizzato minacce, un invito a conoscere meglio sé stessi e le proprie contraddittorie posizioni che predicano libertà a vostro piacimento, anziché screditare l’avversario con mezzucci e accuse ormai scontate. Il fatto stesso di strappare i nostri manifesti vi connota come violenti e repressivi, altro che paladini della libertà. Se poi, come già riferito, amare la propria terra, la propria identità, la proprie tradizioni e il proprio passato eroico e glorioso costituisce reato a dir di qualcuno, siamo ben lieti di costituirlo”.

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