BRINDISI – Non ci sta Marina Miggiano, ex assessore alla Programmazione Economica, a far passare come ‘fallimentare’ il progetto che l’Amministrazione comunale candidò, lo scorso agosto, all’ormai famoso bando per le periferie. Progetto che proprio nelle scorse ore si è saputo essersi piazzato al 99° posto sui 120 complessivi e che, almeno per ora, non potrà essere finanziato. E così la Miggiano (che è vice coordinatore cittadino dei Conservatori e Riformisti), facendo seguito alla nota diffusa dal capogruppo di Forza Italia Mauro D’Attis ed al nostro articolo odierno, ha deciso di fare chiarezza. E, contattata telefonicamente, rivela anche un particolare che ha del ‘clamoroso’. Ma andiamo per ordine.
“La scelta di candidare al bando i due capannoni ex Saca – spiega Miggiano – era praticamente obbligata. Intanto perché per partecipare al bando (che imponeva una serie di limiti, condizioni e studi) abbiamo dovuto individuare un bene la cui ristrutturazione prevedesse una riqualificazione e sul quale esistesse a monte già un progetto, visti i tempi ristrettissimi per aderire al bando e cercare di far ottenere a Brindisi i 18 milioni di euro (entro la fine del mese di agosto). All’epoca, mettemmo sul tavolo le varie aree periferiche che potevano rientrare nel discorso e proprio io, personalmente, presi contatti con lo Iacp, con il direttore generale dell’Asl Pasqualone e con altri enti, ma nessuno aveva una progettazione che facesse al caso o non ne aveva in assoluto. In realtà, la ‘prima scelta’ era proprio il progetto di via Marche, quello tanto ‘caro’ a D’Attis. Le attenzioni erano, infatti, rivolte su quello. Peccato che l’elaborato era sparito! E questo risulta anche dal verbale firmato nel corso di una riunione dal Capo di Gabinetto, il dottor Nicola Zizzi, il quale mise nero su bianco questa circostanza. Cosa sia successo non so dirlo, ma pare che il progetto di via Marche se lo sia portato ‘a casa’ il suo progettista… Solo allora – prosegue la Miggiano – abbiamo iniziato a muoverci, al netto di quello che avevamo a disposizione, sul progetto relativo alla ‘Cittadella intelligente dell’autismo’, perché abbiamo ritenuto che potesse essere messo a servizio non di una singola parte della città di Brindisi, ma dell’intera popolazione, considerato che non sono affatto poche le famiglie che hanno a che fare con questo tipo di problematica. Un’altra precisazione che mi sembra doveroso fare riguarda il fatto che, con i soldi del finanziamento, non si sarebbero potute realizzare più cose per quartieri diversi! Il bando, infatti, prevedeva un’unica zona da riqualificare, peraltro senza abbattere. E ciò che rimaneva erano, appunto, i due capannoni ex Saca: quello ‘vuoto’ e quello per il quale avevamo il parere favorevole dell’Autorità di Bacino. Rimaneva, però, il ‘famoso’ triangolino rosso a rischio idrogeologico. Così andammo a Bari per parlare con il direttore generale, il quale ci spiegò che, avendo già il parere favorevole su gran parte della zona individuata, avremmo potuto estendere (si tratta di una facoltà riconosciuta da una legge regionale) il parere favorevole anche per quel pezzettino rimanente. Come? In primis riunendo una commissione ambientale (composta da esperti esterni ed interni) che desse parere favorevole, poi facendo gli opportuni studi idrogeologici, che sono stati fatti (tutto sempre in brevissimo tempo), infine riunendo la commissione interna al Comune per la valutazione dei rischi di natura idrogeologica che estese il parere favorevole anche a quella piccola porzione di area. Pertanto, anche quell’intoppo era stato superato. Ora, capisco che il 99° posto non è certo gratificante, ma i tempi e le condizioni erano quelli. Ho lavorato anche di notte per quel bando e non mi va che lo si definisca fallimentare. Ad ogni modo sono fiduciosa che troverà compimento. Non nell’immediato, ma sarà finanziato”.