«Barocco Festival Leonardo Leo»: il violino nell’opera dei suoi massimi virtuosi

Il «Barocco Festival Leonardo Leo» ripercorre un tema originale giovedì 29 agosto alle ore 21. Si torna a Brindisi, nel Chiostro del Palazzo Vescovile, per un viaggio ideale nell’arte dell’arco di Giuseppe Tartini, violinista e compositore vissuto tra il 1692 e il 1770. Il programma del concerto ci offre un’immagine del virtuosismo lontana dallo stereotipo capace di suonare a velocità impressionante e di piegare il violino a ogni capriccio. L’arte dell’arco di Tartini, Veracini e prima ancora di Corelli è ricerca espressiva, esplorazione di colore, conversazione che ha bisogno di molteplici elementi, non solo dello sfoggio di bravura.

«Primo studio deve essere l’appoggio dell’arco sulla corda siffattamente leggero, che il primo principio della voce che si cava, sia come un fiato, e non come una percossa sulla corda. Consiste in leggerezza di polso e in proseguir subito l’arcata; dopo l’appoggio leggero non c’è più pericolo di asprezza e crudezza». Così Giuseppe Tartini scriveva all’amica Maddalena Lombardini. Al musicista di Pirano, scomparso a Padova, e autore, tra l’altro, della celebre sonata «Il trillo del diavolo», è dedicato il concerto dal titolo «Tartini: tra colleghi, amici e rivali». A dare prestigiosa griffe a questo sguardo inconsueto alla musica del Settecento arriva un ensemble d’eccezione, «L’arte dell’arco», con Federico Guglielmo, violino solista, Federico Toffano, violoncello, Diego Cantalupi, tiorba, e Roberto Loreggian, cembalo, che percorrerà le note di Corelli, Vandini, Vivaldi e Veracini, oltre che quelle di Tartini. Guglielmo, definito «la nuova stella nel panorama della musica antica», è riconosciuto per le sue esecuzioni proprio di Vivaldi e Tartini di cui ha registrato rispettivamente tutte le opere a stampa e l’integrale dei concerti per violino ed orchestra. Toffano è un giovane violoncellista è parte stabile e integrante di gruppi come il «Pomo d’oro», «Les musiciens du Louvre» e la «Venice baroque orchestra»: suona un violoncello Carlo Antonio Testore del 1727 della «Jumpstart Jr. Foundation». Cantalupi è uno dei più noti liutisti e suonatori di chitarra barocca contemporanei. Loreggian, cembalista di fama internazionale, con le registrazioni dedicate alla musica per clavicembalo di Pasquini e di Ferrini, è risultato vincitore del prestigioso «Preis der deutschen Schallplattenkritik».

Il concerto è un viaggio ricco di fascino e misteri, introdotto e interpretato dall’ensemble, che avviciva alla conoscenza dell’opera e della figura del leggendario violinista, compositore, teorico della musica e didatta. In vita, Tartini fu celebrato come «primo violino d’Europa» e «Maestro delle nazioni», per gli allievi che giunsero a Padova, da tutto il mondo. Di Tartini saranno eseguite la sonata in la maggiore «Pastorale» e le variazioni «L’arte dell’arco». Seguirà la sonata in re maggiore per violino e basso opera 5 n. 1, di Corelli, considerato un vero e proprio pioniere della tecnica violinistica, nonché un punto di riferimento per tutti i virtuosi ma anche per i compositori dell’epoca. Di Antonio Vandini si eseguirà la sonata in do maggiore; di lui, Charles Burney diceva: «Suonava in tal modo da far parlare lo strumento». Sacerdote, compositore e violoncellista di chiara fama, Vandini ricoprì importanti incarichi a Bergamo, Venezia, dove verrà in contatto con Vivaldi, e nella Basilica di Sant’Antonio a Padova a fianco di Tartini. Di Vivaldi sarà eseguito il concerto in re maggiore, opera 3 n. 9 nella trascrizione per cembalo solo, di Johann Sebastian Bach. Il concerto si conclude con la sonata in re minore, opera 2 n. 12 per violino e basso, del fiorentino Francesco Maria Veracini, che frequentò Tartini nel suo soggiorno veneziano.

Giovedì 29 agosto ore 21.00 – Brindisi, Chiostro del Palazzo Vescovile

TARTINI

Tra colleghi, amici, rivali

Ensemble L’arte dell’arco

Federico Guglielmo violino solista

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