La irreversibile e nota scelta datata da lungo tempo di chiudere personalmente con l’attività politica, sostituita con la principale decisione di offrire contributi ritenuti validi per il processo di ammodernamento e miglioramento di questo territorio, mi ha offerto l’occasione di discutere serenamente ed in maniera distaccata, anche su organi di informazione, importanti tematiche cittadine. Premessa, quindi, la lontananza da insani interessi di natura politica, specie in vista di rinnovo elettorale degli organi comunali della città, ritengo giusto ritornare , ancora una volta, sulla questione della società partecipata “Brindisi Multiservizi” con riferimento ai fatti di oggi e nel ricordo del passato allorquando il presidente di quella società, l’imprenditore Giovanni Brigante ed il consigliere Italo Guadalupi, ebbero a condividere la relazione amministrativa-contabile del sottoscritto, che era consigliere della azienda in house, rassegnando le dimissioni.
Ed allora. E’ oggetto di discussione “hic et inde” sulla gravità della situazione economico-finanziaria della suddetta società, avente unico azionista di riferimento il Comune di Brindisi, dimenticando che l’argomento non ha ricevuto la giusta attenzione per lungo tempo e nel dovuto momento se non per la sceneggiata televisiva in occasione del ridicolo “ascolto” preventivo alla nomina del precedente amministratore della società, alla assurda diatriba contabile fra la partecipata e socio unico, rappresentati entrambi dal dirigente comunale responsabile degli affari legali dell’Ente e nonostante la significazione di conflitto di interessi nel caso di specie, nonché per la decisione annunziata nel dicembre 2016 dalla sindaca, di cui non se ne conosce il risultato, sulla individuazione dei responsabili per le perdite registrate nel bilancio 2014 dalla BSM.
Invero, gli Organi normativamente interessati alla gestione e/o verifica dell’azienda partecipata hanno rilevato la necessità di adozione di atti appena sufficienti per porre un freno alla terribile situazione che sempre più veniva evidenziata dagli ingiustificati ritardi di presentazione dei negativi bilanci di esercizio, ma con esiti di nessun conto. Naturalmente e sin dal dicembre 2014 il Collegio dei Revisori del Comune, pur con la dichiarazione unanime del Comitato di Governance favorevole sul piano industriale 2015-2017 della Brindisi Multiservizi, ha espresso parere favorevole alla proposta di delibera avente per oggetto il ripiano delle perdite di esercizio 2012-2013 con la raccomandazione di porre in essere il c.d. “controllo analogo” obbligatorio e consistente nella “verifica antecedente, concomitante e successiva “ sugli atti gestionali della società partecipata. Ma non basta. Anche se non molti risultano essere i soggetti, oltre ad alcuni organi di informazione, che sono stati attratti dalla suddetta problematica, mal viene sopportata l’incursione dei tanti che, oggi, pensano di “pontificare”, senza proporre serie e concrete iniziative sul piano operativo giuscontabile, sul ruolo nobile di tutore del mantenimento della partecipata e relative maestranze ed ancor più nella ricerca di coloro cui addebitare le risultanze rovinose in cui trovasi la BSM come per i casi seguenti solo per citarne alcuni.
Libero per quanto affermato in premessa, sento di poter dichiarare, in disparte da qualsiasi primo genitura ma solo per gli interessi della collettività, di avere “indovinato” tempo addietro la pericolosità che, con Annibale alle porte, i “buoi sarebbero fuggiti dalla stalla” e così mi pare stia accadendo. E’ certamente giusto, come oso affermare da diverso tempo, che non debba essere la comunità a sopportare i danni amministrativi ed erariali provocati dalla altrui incuria nella pessima gestione del Comune e della partecipata, ma i diretti responsabili che hanno determinato i fatti.
La individuazione dei soggetti responsabili per la mancata attuazione di atti di indirizzo o per mancate azioni di ordinaria attività burocratica è “in re ipsa” e, quindi, non necessita di ulteriori provvedimenti autorizzativi in tal senso.
Ora, al di là degli episodi di illeciti amministrativi conseguenti al mancato conferimento della sede alla BMS da parte del socio unico, alla erronea attestazione previsionale alla data del 17/12/14 di un risultato positivo di esercizio 2014 rivelatosi invece in una grossa perdita, all’erosione del capitale sociale o alla mancanza di fattibilità di un piano di riordino aziendale, dai quali è possibile rilevare i soggetti direttamente o indirettamente responsabili dei danni provocati, è senza dubbio significativa la sentenza della Corte dei Conti n. 27/2016.
Detta decisione,conosciuta dall’Organo di vertice e dalla dirigenza dell’Ente e sembra meno da parte degli amministratori comunali dell’epoca, dedica, fra l’altro, alcune pagine sulle irregolarità riscontrate nella gestione della surriferita società e consente di rilevare possibili ipotesi di responsabilità per casi di danni erariali riconducibili allo stato di dissesto finanziario attualmente accertato.
E’ consequenziale che dalle considerazioni sopra descritte non resta che una sola strada percorribile e cioè quella di ricercare la via legittima, che sostengo da tempo, del ricorso straordinario alla sezione fallimentare del Tribunale di Brindisi per l’ammissione alla procedura del concordato preventivo, modi e termini permettendo.
Naturalmente ribadisco la contrarietà ad ipotesi di racconti contabili, per il momento irrealizzabili, circa una fusione per incorporazione tra le due società in house del Comune, nonché l’invito all’attuale amministratore della BSM, che per buona fortuna ha di gran lunga meno problemi di individuazione di danni erariali del Commissario dott. Santi Giuffrè, a fare in modo che non sia la collettività a pagare per le altrui responsabilità e, quindi, voler individuare e perseguire i responsabili di condotta contabile illegittima.
dr. Franco Leoci
Finalmente il parere di un esperto condivisibilissimo! Giuffrè che fa?