Con il passare del tempo aumenta nel paese la consapevolezza che uno strumento di fondamentale rilevanza come quello dei bonus edilizi rischia di tradire lo scopo per cui è nato. E cioè di rimettere in marcia il paese, diminuire le emissioni di CO2 degli immobili energivori e risolvere profonde criticità del patrimonio immobiliare privato, dare linfa vitale (con i riflessi positivi dal punto di vista occupazionale e per l’intera filiera) ad un comparto che rischiava di collassare come quello edilizio.
Quanto accaduto fino ad oggi, però, ha evidenziato una scarsa capacità del legislatore di individuare il percorso ideale perché gli obiettivi stabiliti venissero realmente raggiunti.
Qualcuno, in sede di Governo e nella struttura tecnica del Ministero competente, se ne è reso conto, ma gli strumenti messi in campo per risolvere i problemi purtroppo risultano inefficaci, caotici se non addirittura dannosi.
Cresce la consapevolezza, insomma, che si continui a navigare a vista con provvedimenti che non centrano il problema reale che si sintetizza nella necessità di rendere questi strumenti strutturali, semplici, stabili e destinati a imprese qualificate. Il tutto, ovviamente, nell’interesse dei cittadini, così come dell’ambiente (in termini di diminuzione delle emissioni di CO2).
Si ha netta l’impressione, tra l’altro, che una parte consistente di chi legifera consideri i bonus edilizi un aiuto al comparto di riferimento e non l’elemento che nel 2021 ha contribuito in maniera efficace a far crescere il PIL del paese e che – se strutturato – potrebbe rappresentare una svolta in termini economici, ambientali ed occupazionali.
L’ANCE, ad ogni livello, ha lanciato più volte l’allarme, ma i riscontri non sono stati quelli sperati ed oggi (vedi l’innalzamento del tetto Isee per le abitazioni unifamiliari) si continua a navigare a vista.
La richiesta pressante di dare certezze ai cittadini ed alle imprese, insomma, continua a non trovare risposte e questo indebolisce la parte sana del comparto, mentre lascia aperte praterie a faccendieri ed avventurieri che hanno individuato proprio nei bonus lo strumento ideale per fare lucrosi affari.
E’ evidente, a questo punto, che messaggi chiari e diretti nei confronti del Governo devono partire dalla periferia. Da chi vive quotidianamente, insomma, il dramma delle incertezze temporali e di regole (spesso inutilmente restrittive) scritte senza averle sperimentate sul campo e soprattutto senza aver coinvolto i veri attori dell’edilizia in Italia.
Il Mef deve prendere atto che il rimbalzo del PIL superiore al 6% (dopo decenni primi in Europa) è in larga parte dovuto ai Bonus edilizi, vero settore trainante della nostra economia.
Ulteriore preoccupazione arriva dalle intenzioni della UE di bloccare, dal 2033, vendita ed affitto di immobili non efficientati energeticamente.
Di questo passo, purtroppo, si andrà a sbattere, a danno dei cittadini! Ecco perché l’Ance, ad oggi livello, non rinuncerà a svolgere un’azione di stimolo e, allo stesso tempo, di denuncia di ciò che non va e che, pertanto, necessita di interventi immediati e strutturali nell’interesse del sistema paese.
Angelo Contessa – Presidente ANCE Brindisi