Tra pochi giorni l’elettore chiamato alle urne per il referendum costituzionale avrà davanti a se tre possibilità di scelta.

La prima sarà quella di lasciare tutto così com’è da 70 anni, convinto che l’Italia odierna funzioni tutto sommato nel migliore dei modi possibili.  Sarà la scelta logica di chi al momento sta bene e non intende  rischiare di poter star peggio. Questa tipologia d’elettore voterà con fermezza il NO.

La seconda scelta sarà di chi  si rende conto che nel nuovo secolo la storia ha un passo diverso dall’immediato dopoguerra per cui di fronte a fenomeni epocali come le ondate migratorie, la minaccia terroristica, la crisi economica c’è la necessità di un parlamento che decida e decida in fretta senza impantanarsi in quel sistema “barocco” che è il bicameralismo perfetto. Questo elettore voterà certamente per il SI.

C’è poi una terza tipologia di elettore, la più numerosa,  che in base agli ultimi sondaggi resi noti si attesterebbe non lontano dal 50% degli aventi diritto al voto. Si tratta di coloro che sono delusi, sfiduciati e spesso disgustati dalla politica e per i quali la forma più incisiva di protesta è quella di non andare a votare. A costoro vanno a sommarsi un 20% di indecisi che o non hanno afferrato i tecnicismi della riforma o che sono confusi e storditi dalle sirene dei due fronti e che sfoglieranno fino all’ultimo i petali della margherita.  In sostanza al momento oltre 2 cittadini su 3 non voteranno o non sanno ancora cosa votare.

E proprio a questi elettori rivolgiamo un appello finale a recarsi comunque ai seggi per votare qualunque sia la loro scelta finale. La notte del 4 novembre, all’apertura delle urne, tutto potrebbe restare come è adesso. In tal caso festeggeranno soprattutto i 315 senatori, i parlamentari regionali ed i funzionari di quell’inutile carrozzone di Stato che è il CNEL. Tutti costoro continueranno a gestire un potere enorme con pingui stipendi. E farà festa soprattutto la grande coalizione dei rancorosi con in prima fila purtroppo alcuni esponenti storici del nostro partito che antesignani della Xylella dopo aver fatto morire l’Ulivo si apprestano a far morire anche il PD. E brinderanno infine i demagoghi ed i populisti pronti a subentrare a Renzi col programma di far uscire l’Italia dal’euro e da quell’Unione Europea che pur con  i suoi limiti ha garantito al nostro travagliato continente 70 anni senza guerre. La vera sorpresa sarebbe invece un voto di logico cambiamento che sblocchi un paese ingessato dalla burocrazia e che ci dia una volta per tutte governi stabili, maggioranze parlamentari solide e decisioni ponderate ma rapide. La scelta è nelle mani di quei 2/3 degli elettori che possono ancora decidere col loro voto il destino e l’approccio al futuro della nostra nazione.

Salvatore Valentino

Presidente Associazione politico-culturale – “Brindisi Democratica” – già Consigliere Comunale PD

 

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