BRINDISI – Tanti nomi sono stati accostati al nuovo sodalizio calcistico brindisino, tra cui anche quello dell’imprenditore gallipolino Marcello Barone. Ma trattasi solo di rumours.
Intanto, è stato formalizzato nella giornata di ieri il cambio di denominazione sociale della squadra di calcio di Brindisi: da ASD Brindisi, a SSD Brindisi FC. Entro venerdì, invece, le firme presso un notaio tarantino dei nuovi soci.
Nessuna ufficialità, dunque, in seno ai nomi di coloro che tenteranno di restituire gloria e lustro al calcio locale. Rumours di questi giorni, vedevano l’imprenditore caseario gallipolino Marcello Barone interessato al progetto (come socio o come sponsor), forse per via della sua amicizia con Mino Manta, nuovo ds a cui è stato affidato il compito di allestire una squadra vincente. In realtà, pare non esserci nulla di vero. L’imprenditore, infatti, in queste ore, ha smentito categoricamente qualunque flirt col sodalizio biancazzurro, asserendo di non aver mai avuto contatti con Brindisi e che non avrebbe mai accettato di far parte del progetto, perchè, qualora decidesse di tornare nel mondo del calcio, lo farebbe solo ed esclusivamente per il Gallipoli.
Però, i personaggi più gettonati sembrano essere Francesco Bassi, già nei direttivo del Real Paradiso, e Massimo Giove, imprenditore tarantino ed ex presidente del Taranto (anche come sponsor). L’associazione PerBrindisi, forse, avrà il 5% delle quote. ‘In squadra’, probabilmente, anche la ditta barese Meleam.
Insomma, voci ma nessuna certezza attorno ai nomi che faranno parte del nuovo direttivo del Brindisi FC. Ad ogni modo, entro giovedì-venerdì massimo, l’ufficialità.
Per quanto riguarda l’aspetto tecnico (allenatore e giocatori), invece, ancora nessun nome ‘caldo’.
Infine, la società brindisina ha dichiarato di sperare nel ripescaggio in Eccellenza, ipotesi assai remota, però. Dunque, salvo miracoli, il nuovo Brindisi FC dovrà ancora disputare il campionato di Promozione, ma questa volta dovrà lottare per i primissimi posti. Questa è una conditio sine qua non degli ultras.
Tommaso Lamarina Redazione |