BRINDISI – Il Presidente di Confindustria Pino Marinò aveva annunciato che avrebbe chiesto a Il Sole 24 Ore di pubblicare una rettifica rispetto alla classifica sull’Ecosistema Urbano 2017 che vedeva Brindisi erroneamente collocata al penultimo posto. Ed in effetti, il Presidente è riuscito a farsi pubblicare sulla sezione Enti Locali del quotidiano di Confindustria un intervento dal titolo “Brindisi investe sulla qualità dell’ambiente” nel quale spiega le ragioni del refuso. Di seguito l’intervento pubblicato.
Il rapporto di Legambiente Ecosistema Urbano 2017sulle performance ambientali delle città italiane vede Brindisi occupare, nella classifica generale, il penultimo posto: soprattutto a causa della mancata valutazione – da parte degli autori dello studio – dei dati relativi alla qualità dell’aria e dell’acqua, giustificata da una presunta inadeguatezza del sistema di monitoraggio.
Aria e acqua
Nell’ambito di incontri pubblici organizzati con la presenza di Arpa Puglia – da più parti sollecitati – si è appurato in seguito che le centraline di rilevazione della qualità dell’aria presenti nella città di Brindisi sono collocate da oltre un decennio in base a precisi criteri di legge e presentano un elevato livello di efficienza funzionale, per cui è risultato certamente frutto di una determinazione erronea non tenere conto dei dati sulle emissioni in atmosfera regolarmente validati.
Tanto è vero che – sulla scorta dei parametri 2016 validati per «Aria ed Acqua» – nel rapporto annuale 2017 «I CITY Rate», elaborato dal Forum della Pa, viene assegnato a Brindisi il quarto posto su 106 capoluoghi di Provincia.
Così come vale la pena ricordare che lo stesso rapporto di Legambiente «Ecosistema Urbano 2016», riferito al 2015, vedeva Brindisi occupare la posizione n. 27 per i valori medi annui di pm10 (polveri sottili). Con riferimento alll’ozono, Brindisi occupava la posizione n. 17. Quanto alle emissioni pericolose (biossidi di azoto NO2) Brindisi occupava la posizione n. 16. Nella classifica generale Brindisi era posizionata al 22° posto. Dati non casuali, ma effetto anche degli ingenti investimenti in miglioramento ambientale effettuati a Brindisi negli ultimi dieci anni da parte delle aziende.
L’apparato di produzione industriale
La città di Brindisi e l’intera provincia dispongono tuttora di un apparato di produzione industriale tra i più rilevanti del Mezzogiorno, potendo contare sulla presenza di gruppi multinazionali affiancati da un articolato tessuto di piccole e medie imprese. Pertanto, continuerà – ne siamo convinti – a svolgere un ruolo cardine, potendo vantare primati industriali in settori determinanti quali chimica, energia e aeronautica.
In tale contesto, Confindustria Brindisi svolge da anni un ruolo attivo e propositivo sul territorio, volto a valorizzare le eccellenze, a superare gli ostacoli allo sviluppo e a favorire investimenti endogeni ed esogeni.
La nostra organizzazione mira a favorire ogni innovazione tecnologica e tutte le best practice idonee a mitigare sempre di più l’impatto di determinate produzioni sull’ecosistema.
Coerentemente con queste linee strategiche, lo scorso 11 ottobre abbiamo presentato la ricerca «Brindisi fra le capitali industriali del Mediterraneo» – affidata al professor Federico Pirro delll’Università di Bari – in un convegno che ha ospitato illustri relatori, come il ministro De Vincenti, il presidente di Confindustria Boccia, il presidente del gruppo Brembo Bombassei e i top manager di Avio Aero, Enel, Sanofi ed Eni-Versalis.
La ricerca ha, fra l’altro, evidenziato che il settore industriale occupa a Brindisi circa 7mila unità e che il valore della produzione degli stabilimenti appartenenti a grandi gruppi è di 3,1 miliardi di euro. Tali precisazioni si rendono necessarie anche per scongiurare il protrarsi del danno di immagine che l’intera città di Brindisi ha già subito a causa del recente posizionamento nel rapporto Ecosistema Urbano 2017 e siamo certi che nelle prossime edizioni Brindisi tornerà ad occupare le posizioni medio-alte della classifica, così come è stato negli ultimi anni.
Marinò dimentica i tre sequestri giudiziari per problematiche ambientali eseguiti a Brindisi grazie all’attenzione, tanto decantata da Marinò delle aziende industriali presenti nel territorio.
Non sono un ambientalista, ma le osservazioni di Marinò sulla classifica Ecosistema Urbano 2017 mi fanno piangere: sarebbe bello fregiarsi di essere PRIMI in classifica,ma i danni sanitari, la mortalità e la morbilità che, purtroppo, sono stati già accertati da numerosi studi scientifici dove ci collocherebbero in una ipotetica e fantasiosa classifica?
Farebbe bene Marinò a riflettere sulle cose che scrive!