BRINDISI – Una delle squadre più entusiasmanti viste al PalaPentassuglia negli ultimi anni: questa Happy Casa, infatti, quando approccia alle gare nella giusta maniera diventa una macchina da guerra difficilmente arrestabile.
La gara contro Bologna, i biancazzurri l’hanno vinta in difesa: d’altronde coach Vitucci in settimana aveva individuato proprio lì la chiave del match. Una difesa sul perimetro asfissiante, che ha reso quasi impossibile la ricezione dei lunghi bolognesi ed ha escluso dalla partita un campione come Pietro Aradori, che prima della trasferta di Brindisi viaggiava a 17 punti di media con il 47% da tre.
Il segreto della efficace difesa di Brindisi e della prestazione tout court sfoderata dai biancazzurri risiede soprattutto nel lavoro svolto da Gaffney e Brown (autori di show difensivi sempre profondi ed effettuati con i tempi giusti), che finalmente hanno reso chiaro e limpido il quadro che avevano in mente in estate Vitucci e Giofrè quando parlavano di lunghi atipici che avrebbero consentito un tipo di gioco differente dagli standard consueti. Se Kravic e Qvale hanno realizzato qualche punto facendo il vuoto in alcune situazioni, dall’altro canto i due pivot bolognesi hanno sofferto maledettamente il dinamismo esplosivo di John Brown, onnipresente in attacco e in difesa, dove ha sporcato tutti i tiri, i rimbalzi e le ricezioni dei lunghi e dei piccoli della Virtus. Oltre a lui, però, questa volta si è visto un Gaffney decisamente diverso dal solito, che ha intimidito da par suo in difesa e che finalmente è stato sfruttato dalla squadra per quello che sa fare meglio, ovvero volare sopra al ferro. Il lungo americano, infatti, appare tutto fuorché un giocatore perimetrale, e ciò sia per un tiro da fuori inaffidabile che per una lentezza di gambe che non gli consente di acquisire vantaggi in partenza dal palleggio. Gaffney, invece, i vantaggi li acquisisce eccome quando va su in aria, che sia per una schiacciata o per una stoppata. Adesso che anche lui pare essersi convinto che il suo campionato passerà dalla sua verticalità e non dalla sua orizzontalità, potremmo finalmente vedere tutt’altro giocatore, e probabilmente tutt’altra squadra.
Andrea Pezzuto