In questo periodo dell’anno, si ha la riacutizzazione di una patologia che oltre al fastidio legato ai suoi sintomi è alla base di altre patologie : il reflusso gastroesofageo.
Il reflusso gastroesofageo è la risalita involontaria e frequente dei succhi gastrici e di parte del contenuto dello stomaco lungo l’esofago, talvolta fino alla gola. Quando il disturbo si presenta più volte nel corso della giornata e si associa ad altre complicazioni si parla di malattia da reflusso gastroesofageo (MRGE)
Alla base di questa disfunzione c’è il rilassamento, e quindi l’incontinenza, della valvola posta alla fine dell’esofago che dovrebbe impedire il movimento retrogrado del contenuto gastrico e il prolungato
ristagno di cibo nello stomaco.
Il sintomo tipico è una sensazione di rigurgito acido nell’esofago, associato a bruciore localizzato al petto e nello stomaco.
Il sintomo diventa acuto durante la notte e quando ci si stende. Nei casi gravi, il dolore al petto è così intenso da essere confuso con un infarto.
A causa della spiccata acidità, il passaggio dei succhi gastrici all’interno dell’esofago provoca l’irritazione delle mucose e, talvolta, delle vie respiratorie e della gola provocando disturbi alle corde vocali, abbassamento di voce, laringite, raucedine, tosse cronica e asma.
Il reflusso può provocare lesioni croniche e a volte irreversibili della mucosa dell’esofago. La corrosione può dare perforazioni (ulcere) e sanguinamenti.
La complicanza più comune è l’esofagite, la più grave è l’esofago di Barrett, in cui le cellule della mucosa si modificano in senso precanceroso, nel senso che sono un preludio del tumore all’esofago
Nel curare il reflusso gastroesofageo, l’alimentazione gioca un ruolo fondamentale . Il trattamento prevede la correzione di alcune abitudini a tavola e dello stile di vita, con l’adozione di una dieta leggera, caratterizzata da quattro o cinque piccoli pasti quotidiani e una riduzione dello stress.
È dimostrato che alcuni cibi e determinati comportamenti possono favorire gli episodi di reflusso perché allungano i tempi di svuotamento dello stomaco o sono irritanti. Ecco alcuni consigli e rimedi.
- Mangiare lentamente
- Evitare i cibi che aumentano l’acidità gastrica e preferire quelli che creano un effetto tampone su questa.
- Non indossare indumenti troppo stretti ed è meglio evitare di coricarsi subito dopo avere mangiato .
- Evitare anche i farmaci che possono aumentare l’acidità gastrica, come gli antinfiammatori non steroidei e alcuni ansiolitici.
I farmaci impiegati per la terapia appartengono a classi diverse in base al loro meccanismo d’azione e al regime di dispensazione.
Gli antiacidi, per esempio, servono per tamponare il contenuto dei succhi gastrici e si possono acquistare in farmacia senza ricetta medica.
Anche i procinetici, usati per accelerare lo svuotamento dello stomaco, sono farmaci di automedicazione. I principi attivi che invece riducono la secrezione acida (anti-H2, inibitori di pompa protonica) richiedono la prescrizione medica.
Molte volte è difficile fare una diagnosi, poiché sono frequenti anche i sintomi atipici, di aiuto è la diagnostica, come la laringoscopia, la visita otorinolaringoiatra ed eventualmente la gastroscopia per valutare eventuali condizioni associate.
Dott.ssa Emanuela Giannuzzo
Laureata in medicina e chirurgia
Specializzata in Medicina estetica e Nutrizione Clinica
Medico abilitato alla Professione di Medico di Medicina Generale
Medico abilitato alla urgenza ed Emergenza territoriale