Il Brindisi non centra il tris e porta a casa un pareggio che lascia l’amaro in bocca. Le partite in trasferta, in un campionato così duro come quello di serie D, sono sempre difficili da decifrare e quella contro il Gravina ne è una conferma. La buona prestazione dei murgesi nel turno precedente contro il Casarano faceva sì che i biancazzurri ponessero la massima attenzione nei confronti di questa formazione e questo ha permesso ai ragazzi di mister Danucci di affrontare il match con il giusto atteggiamento, avendo sempre il pallino del gioco e imponendo la propria superiorità tecnica. Purtroppo, però, questo non ha portato benefici nei primi 45 minuti che hanno visto il Brindisi avere tanto possesso palla, qualche occasione pericolosa ma nulla più. Il secondo tempo si è presentato sulla stessa falsa riga del primo, ma con la sola differenza che alla prima palla utile per il neo entrato Di Piazza il Brindisi passava in vantaggio, con il terzo gol dell’attaccante in tre spezzoni di partita. Questo ha incoraggiato i tifosi brindisini a pensare di aver portato a casa una nuova vittoria e forse lo hanno fatto anche Santoro e compagni, tant’è che il Brindisi si è schiacciato un po’ troppo in difesa e incoraggiato così il Gravina a gettarsi in avanti, trovando nei minuti di recupero un prezioso e forse insperato pareggio. A fine partita sia Danucci che Santoro hanno affermato che il risultato finale è stato frutto di situazioni sfortunate ma questo è il calcio e loro lo sanno bene. Personalmente ho già più volte affermato che il Brindisi è, se non la più forte, una tra le squadre favorite del girone, ma questo non deve giustificare un gioco alcune volte lezioso, dettato dalla convinzione che prima o poi, nel corso dei 90 minuti, il gol arriverà oppure, se si è in vantaggio, che gli avversari difficilmente riusciranno a violare la propria porta. Siamo ancora agli inizi e una formazione totalmente nuova deve avere il tempo di amalgamarsi e acquisire i meccanismi di gioco del proprio allenatore che, meglio di chiunque altro, conosce le aree di miglioramento su cui lavorare… pensando al Casarano!