Le Camere di Commercio hanno svolto un ruolo di grande rilevanza nel nostro paese perché hanno contribuito a dare voce alle associazioni di categoria e quindi a tutto il mondo imprenditoriale.
In moltissime occasioni, poi, gli enti camerali hanno svolto un ruolo di rappresentanza dei rispettivi territori, sostituendosi agli enti locali, troppo spesso depotenziati da crisi e gestioni commissariali.
Per queste e per altre ragioni il processo di accorpamento deciso dal Governo nazionale per ottenere una riduzione degli enti camerali è risultato incomprensibile e non soltanto da parte di chi questa decisione (come territorio) l’ha subita.
A chi poteva far comodo continuare a spendere le stesse risorse pur depotenziando la presenza delle camere di commercio in ciascuna provincia?
A Brindisi, purtroppo, ci si è posti le stesse domande ma senza trovare la forza e la determinazione di altri territori per contrastare una scelta che nel tempo si sta dimostrando insensata (tanto da aver indotto l’attuale Governo a verificare inutilmente la possibilità di evitare che i processi di accorpamento si completassero). E’ opportuno ricordare, a tal proposito, che le camere di commercio non comportano un aggravio di spesa pubblica, in quanto si alimentano con i proventi dei diritti camerali versati dalle imprese.
Protestare contro la “fusione” con Taranto avrebbe avuto un senso anni fa, quando i nostri parlamentari avrebbero potuto far sentire la voce della provincia di Brindisi, evidenziando il “danno” rappresentato dalla cancellazione di un ente di tale rilevanza. Ma tutto questo non è accaduto ed oggi si pagano le conseguenze di questa inattività.
Oggi, pertanto, una realtà che vive mille problemi come Brindisi si vede privata della Camera di Commercio (nel processo di accorpamento è evidente il ruolo di primo piano che svolgerà Taranto rispetto a Brindisi), così come deve fare i conti con un ente-Provincia depotenziato dopo il processo di riforma che ha interessato l’intera nazione.
Adesso, proprio sulla base di queste considerazioni, i corpi intermedi dovrebbero supplire a quanto accaduto, ma spesso si tratta di realtà impantanate tra interessi personali e incapacità di rappresentare con la dovuta autorevolezza il mondo produttivo.
Ecco perché ognuno di noi, sulla base del ruolo che occupa, dovrà fornire un contributo propositivo per superare una fase così difficile. Il tutto, nella consapevolezza che questo richiederà la capacità di non commettere ulteriori errori nella scelta della classe dirigente del nostro territorio. Tutto questo dovrà avvenire anche nella Camera di Commercio Brindisi-Taranto dove la nostra provincia dovrà avere un ruolo che dovrà andare ben oltre i “numeri” dei consiglieri espressi. Mi auguro, a tal proposito, che alla sede di Brindisi venga destinato un vice presidente vicario espresso dal nostro territorio con cui costruire anche la capacità di investire a Brindisi ciò che deriva dai proventi dei diritti camerali versati dalle imprese di tutti i comuni della provincia. Una Camera di Commercio, insomma, autorevole e indipendente (pur all’interno dell’accorpamento con Taranto), che sia in grado di indirizzare le scelte del territorio con una funzione di raccordo delle singole realtà.
Angelo Contessa – Amministratore unico Consorzio stabile BUILD Scarl