Andrà in scena sabato 9 giugno, presso il Teatro Scena Supernova di Cracovia in Polonia, ospite dell’Istituto Italiano di Cultura, lo spettacolo teatrale “Cammelli a Barbiana” scritto dal brindisino Luigi D’Elia e dal toscano Francesco Niccolini e interpretato dallo stesso D’Elia con la regia di Fabrizio Saccomanno. Un palco prestigioso per uno spettacolo che sta riscuotendo un successo sempre più ampio, non solo in Italia.
Che “Cammelli a Barbiana” dovesse avere tanto risalto probabilmente non l’avevano messo in conto nemmeno gli autori stessi quando nel 2015 hanno cominciato a lavorarci. Da allora ad oggi intorno alla figura sempre spigolosa del priore di Barbiana, ancora oggi uno dei maestri più rivoluzionari della scuola italiana, si sono succeduti una serie di eventi imprevedibili: Papa Francesco, prima volta per un pontefice, ha fatto visita alla sua scuola-esilio tra i boschi del Mugello, Michele Gesualdi, ragazzo amato della scuola di Barbiana e presidente della stessa Fondazione Don Milani, è andato via scrivendo dal suo letto una lettera che ha dato l’input decisivo all’approvazione della prima legge sul testamento biologico in Italia, e ancora libri, testi, riscoperte del pensiero quanto mai attuale di Don Milani contro la scuola classista, quella fatta per tutto tranne che per i ragazzi, fino alla diretta Rai dello spettacolo di appena un anno fa per il Teatro di Radio Rai 3.
“Cammelli a Barbiana” è uno spettacolo della compagnia INTI realizzato con la preziosa collaborazione della Fondazione Don Lorenzo Milani, in particolare con la cura di Sandra Gesualdi, curatrice dei progetti d’arte su Don Milani, e del festival Montagne Racconta.
E’ la storia di un ragazzo ricco, sorridente e pure bello. In lotta con la scuola e la sua famiglia. I domestici di casa lo chiamano “signorino”, e a lui non va giù. Ma è un figlio di papà che mentre i ragazzi della sua età vanno a combattere per Mussolini, studia da pittore. Eppure, sotto le bombe dell’estate del ‘43 lascia la sua bella e comoda vita per farsi prete, senza immaginare che da lì a una decina d’anni verrà esiliato in mezzo ai boschi dell’Appenino toscano dalla sua stessa Chiesa. Ma proprio lassù questo ragazzo ricco, sorridente e pure bello darà vita – con pochi ragazzi di mezza montagna – al miracolo della Scuola di Barbiana, diventando il maestro più rivoluzionario e dinamitardo del dopoguerra italiano: don Lorenzo Milani. La storia di Lorenzo, prete, maestro e uomo, è la storia di una scuola nei boschi, dove si fa lezione tra i prati e lungo i fiumi, senza lavagna, senza banchi, senza primo della classe e soprattutto senza somari né bocciati. Lassù c’è tutto il tempo che serve per aspettare gli ultimi.
“Cammelli a Barbiana” è un racconto a mani nude, senza costumi e senza scena. Un racconto duro, amaro, ma allo stesso tempo intessuto di tenerezza per quel miracolo irripetibile che è stato Barbiana, e con tutta la sorpresa negli occhi di quei ragazzi dimenticati che, un giorno, videro un cammello volare sulle loro teste.