BRINDISI – Il nostro articolo sul capannone ex Montecatini ha scatenato un dibattito tra esponenti di centro destra e centro sinistra delle passate amministrazioni.
Avevamo raccontato come, non più tardi di 5 anni fa (nel 2011, durante il Mennitti bis) la Regione aveva stanziata 1,5 milioni di euro (le cosiddette ‘risorse liberate’) per la riqualificazione della struttura al fine di farne un contenitore di eventi; una sorta di ‘ente fiera’, che quasi tutte le città di prospettiva hanno e che puntualmente sfruttano, tra l’altro. La Regione Puglia diede l’incipit ai Comuni perché presentassero dei progetti che consentissero l’erogazione del finanziamento con le risorse messe a disposizione dalla Regione stessa. L’amministrazione Mennitti decise di riqualificare ed infrastrutturare il capannone ex Montecatini, siglando anche un protocollo d’intesa con l’Autorità Portuale (proprietaria del bene). Ed arrivarono anche i soldi. Poi, la giunta Mennitti si concluse anzitempo, subentrò quella Consales (nel mezzo la gestione commissariale) che, di fatto, perse i fondi e perse anche l’ottima opportunità che la città avrebbe avuto con un capannone espositivo di tale grandezza.
A tale proposito, sulla bacheca facebook, è intervenuto il consigliere comunale Mauro D’Attis, il quale ha tenuto a precisa di essere stato lui “personalmente (senza dubbio di smentita alcuna) a recuperare quelle somme ritrovandole con l’allora Autorità di Gestione, tra le risorse residue della programmazione 2017-2013.
Avvisai l’Amministrazione Consales (allora l’Assessore era Francesco Cannalire). Il risultato è evidentemente quello del redazionale. Solo tanta rabbia e mortificazione. Non ricordo da quel periodo altri fondi UE arrivati a Brindisi”.
Chiamato in causa, a D’Attis risponde l’allora assessore alla Programmazione Economica Francesco Cannalire (Giunta Consales): “Caro Mauro, mi sono sempre trovato a mio agio e ho sempre collaborato con persone lungimiranti e capaci come te. Anche durante il mio assessorato io potuto contare su di te. Su questa vicenda però le cose sono andate diversamente. Non è stato perso un centesimo. La Regione Puglia stava revocando il finanziamento per il semplice fatto che l’immobile non era nella disponibilità del comune di Brindisi e l’Autorità portuale non voleva sottoscrivere nessun atto che ci consentisse di utilizzarlo pienamente. Il dott. Orlando dell’Autorità di gestione, non senza qualche riserva, ci consentì di produrre un progetto compatibile con i requisiti dell’asse cultura per non perdere il milione e mezzo di euro. Così abbiamo fatto. L’arch. Marinazzo lavorò giorno e notte per non perdere i fondi. E così fu: infatti: spostammo i fondi per il completamento dei lavori di recupero e per la fruizione dei bastioni e delle mura difensive. E possiamo dirci orgogliosi di non aver perso un euro!”.