BRINDISI – Una giornata iniziata questa mattina all’alba nella provincia di Brindisi è stata dedicata dalla Segretaria Generale della Flai Cgil, Ivana Galli, che, insieme alla Flai locale, al Segretario Generale Flai di Brindisi, Antonio Ligorio, ha incontrato lavoratori e lavoratrici con volantinaggi alle 3 di mattina e poi assemblee presso alcune aziende. L’iniziativa di oggi prosegue la battaglia della Flai Cgil per dire no al caporalato e allo sfruttamento in agricoltura e chiedere la piena applicazione della Legge 199.

“Per tutta la stagione di raccolta estiva – dichiara Antonio Ligorio – proseguiremo nel presidio del territorio, nella denuncia e nell’informare i lavori circa i propri diritti, affiancandoli nelle loro richieste”.




“In questa provincia – dichiara Ivana Galli – c’è un alto numero di lavoratori, che ogni giorno si spostano nel barese e metapontino, preso aziende importi che però, nel migliore dei casi, sembrano non curarsi di come quei lavoratori giungano presso i terreni e quanto costi quel servizio di trasporto, che secondo contratto dovrebbe essere a carico delle aziende e non dei lavoratori, costretti a pagare anche 15 euro per andare e trovare lavoro. Una economia parallela, che sulla pelle dei lavoratori genera un giro d’affari enorme. Un sistema che molto spesso si copre dietro una apparente regolarità fatta invece di buste paga non veritiere e orari di lavoro allungati ben oltre quanto previsto dai contratti. Noi torniamo a chiedere che la Legge 199, oltre all’aspetto penale, sia applicata in tutte le sue parti a cominciare dal tema del trasporto e dell’incrocio tra domanda e offerta di lavoro, scardinando così all’origine due elementi di forza per il sistema del caporalato e dando contemporaneamente risposte concrete e immediate ai lavoratori e anche alle aziende oneste e regolari che sono sul territorio. È necessario che anche le istituzioni locali facciano la propria parte al fine della costituzione dei nodi territoriali della Rete del lavoro agricolo di qualità. Non è tollerabile che i lavoratori, italiani e stranieri, senza distinzioni, siano costretti ad accettare paghe pari alla metà di quanto prevede il contratto e condizioni di lavoro estremamente gravose e pesanti. A pochi giorni dal triste anniversario della scomparsa di Paola Clemente, morta due anni fa mentre faceva l’acinellatura dell’uva, non vogliamo rivivere drammi che, oggi ancor più di ieri, possono essere evitati”.

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