Si fa fatica a comprendere il senso delle dichiarazioni di Andrea Caroppo sull’unità del centrodestra come fattore vincente alle elezioni in Trentino. Il segretario regionale della Lega con Salvini parla niente di meno di regola aurea, ma se la memoria non ci tradisce è stato il primo, in provincia di Brindisi e di riflesso in Puglia, a condannare alla separazione le forze politiche di centrodestra, con conseguente catastrofe elettorale.
A Brindisi, solo per fare un esempio, la litigiosità e le scelte di Caroppo hanno trasformato la Lega con Salvini in un taxi in corsa, hanno portato all’affermazione del Pd. Ha fatto terra bruciata, Caroppo cestinando il consenso elettorale conquistato da chi è stato messo alla porta. Per di più senza alcuna spiegazione. E adesso che fa? Guarda a centinaia di chilometri di distanza pensando alle prossime manovre da consumare in Puglia, in vista degli appuntamenti in primavera a Bari e Foggia, e soprattutto delle regionali.
O soffre di black-out nei ricordi, oppure sta giocando la sua personale partita. A pensare male, qualche volta ci si azzecca. E allora, forse è il caso che Caroppo dica oggi chiaramente cosa vuole fare da grande: a che gioco sta giocando? Intende candidarsi personalmente alla presidenza della Regione Puglia? Oppure è interessato alle europee? O ancora, ambisce a entrambe le cose?
Se così è, è chiaro che l’unione fa la forza. Gli serve sostegno. Ecco il vero obiettivo, la reale destinazione della Lega come taxi.
Prima gli Italiani Puglia