Castello svevo inaccessibile: l’Ammiraglio detta le condizioni per accedervi, perché non organizzarsi?

Castello Svevo

BRINDISI – Tutti i sindaci eletti negli ultimi venti anni, almeno una volta, hanno dichiarato che avrebbero restituito il Castello svevo alla fruibiità della città, o che comunque avrebbero ottenuto l’accesso alla Porta Thaon de Revel. Di recente ci ha provato Mennitti, così come Consales, che in campagna elettorale promise l’abbattimento della Porta de Revel e presentò il progetto del porticciolo più grande d’Europa da realizzare proprio ai piedi della fortezza. Anche l’attuale Amministrazione, come da tradizione, per voce del delegato al turismo Luciano Loiacono aveva annunciato che avrebbe fatto di tutto per restituire il castello alla città, almeno in occasione dell’arrivo dei crocieristi.

Parlando con lo stesso Loiacono, però, si è appreso che l’operazione si presenta alquanto ardua in quanto l’Ammiraglio, per consentire l’accesso, pretende che venga fornita, con una settimana di preavviso, una lista dei nominativi di coloro i quali vi dovranno accedere. E’ facile comprendere come tale richiesta non sia attuabile per i crocieristi, in quanto molti di essi provvedono ad acquistare l’escursione solo a bordo della nave.

Se dovesse corrisponde al vero quanto riferito dai militari al consigliere Loiacono, però, si potrebbe pensare di organizzare delle visite nel periodo estivo, previa raccolta dei nominativi, così come si potrebbe richiedere l’apertura della Porta Thaon de Revel almeno una domenica al mese. Se l’accesso è consentito in occasione di gare podistiche e biciclettate, infatti, non è comprensibile perché questo non possa ripetersi anche in altre circostanze.

Fino a quando gli uffici operativi della Marina resteranno all’interno del castello, comunque, sarà impossibile approntare un concreto programma di rilancio turistico dello stesso e dell’area circostante; tale percorso è stato invece intrapreso a Taranto e sta garantendo alla città importanti flussi turistici.

Nessuno vuole privarsi della presenza della Marina Militare e dell’indotto che genera, ma forse è arrivato il momento di pensare seriamente ad una soluzione che possa accontentare anche la città, che ha bisogno di trovare nuovi sbocchi economici, oltre che la Marina, la cui sede operativa potrebbe essere spostata al di fuori del porto interno, che in un futuro prossimo dovrà necessariamente essere liberato da tutto ciò che ostacola il suo sviluppo turistico. Si vuole il modello di sviluppo alternativo? Si agisca allora con coraggio ed impegno: solo così la città potrà trovare nuova linfa e sperare in un futuro differente.

Andrea Pezzuto
Redazione
CONDIVIDI

3 COMMENTI

  1. Uno dei piu’ grossi errori fatto da amministrazioni passate incompetenti ed inette fu quello di lasciare andar via il 32 esimo Stormo dell’aeronautica militare…perche’ gli aerei facevano “rumore”…adesso cacciamo via anche la Marina o quello che ne rimane…sempre intelligenti a Brindisi…bravi perdiamo e cediamo tutto quello che crea indotto economico,per la passeggiata… o la biciclettata…a Taranto la situazione e’ completamente diversa.

  2. Io penso che invece si possa e si debba ragionare con la marina. L’arsenale è pressoché vuoto, come lo sono alcune aree del castello.
    Sono convinto che adoperando dialogo e buonsenso si possa far convivere le due realtà. Ci sono spazi nel castello che potrebbero essere fruibili, percorsi che non per forza devono intralciare le attività della marina.
    Possibile non si possa trovare un giusto compromesso tra la voglia di rivivere un importante monumento storico e le attività delle forze armate?

  3. Per rendere finalmente disponibile in tempi brevi da servitu’ militari almeno la strada litoranea da porta Revel fino alla foce del canale nei pressi dell’ex Saca potrebbe essere fattibile spostare nella colmata di Capobianco (ex rigasificatore) la parte operativa di cio che rimane dell’arsenale e gli ormeggi delle navi anfibie classe San giorgio + altri mezzi minori come rimorchiatori e zattere da sbarco, cogliendo inoltre l’occasione di rottamare la ferraglia costituita dagli aliscafi oramai radiati 20 anni addietro. Una base a capobianco, finanziata con fondi regionali/europei non creerebbe problemi alla città ottenendo per la Marina anche la continuità con la base addestrativa delle Pedagne. Potrebbero Rimanere nel Castello gli uffic, alloggi del comando della Brigata San Marco, l’autoparco ecc. separati, dalla sottostante strada litoranea da aprire alla città, da un cancello di ingresso sorvegliato in corrispondenza della rampa a piu’ tornanti che collega la strada al Castello.
    Ricordo che prima o poi si arriverà a questa scelta poche tra 4 o 5 anni dovranno essere sostituite le navi anfibie attuali e quelle in fase di progetto sono molto piu grandi e non potrebbero ormeggiare a ridosso del Castello.

LASCIA UN COMMENTO