Immaginate di aver fatto mezz’ora di coda, ordinata tra l’altro secondo criteri di “arrivo” e non seguendo l’orario di prenotazione, sotto il sole di Luglio indossando la mascherina dal primo all’ultimo istante.
Bene.
Ora immaginate di aver ricevuto finalmente la seconda dose di vaccino e mentre aspettate i consueti quindici minuti d’attesa, di ritrovarvi dinanzi ad una scena del genere.
Ben tre membri del C.U.P. (centro unico di prenotazione regionale) che svolgono la loro mansione a stretto contatto con le altre figure professionali all’interno del polo, non indossare la mascherina.
Aberrante vero?
Ben più aberrante è stata la risposta, alla richiesta di spiegazioni di un utente, che uno dei membri del C.U.P. ha dato: “Noi siamo vaccinati e poi mica sono a stretto contatto con te!”
Ricapitolando, un membro del C.U.P. ha affermato che non ha bisogno di portare la mascherina all’interno di un luogo chiuso, in quanto vaccinato.
Sorvolando la risposta data, di per sé assurda che dimostra un’ignoranza TOTALE sull’argomento prevenzione, mi chiedo da cittadino in primis e da persona che ha “sollevato” la questione sul posto in secondo luogo, se un comportamento del genere sia minimamente accettabile dagli operatori del centro vaccinale stesso, ma e soprattutto dalle istituzioni competenti.
Proprio per questo chiedo IMMEDIATA CHIAREZZA alla ASL di Brindisi sull’accaduto, da parte mia e da parte di tutti quei cittadini e cittadine che da mesi compiono sacrifici per preservare un bene comune, (la salute di tutti e tutte noi) ma che oggi si sono ritrovati davanti ad uno spettacolo fantozziano, performato proprio da chi, teoricamente, dovrebbe dare esempio di prevenzione e di buoni comportamenti riguardo la crisi sanitaria che stiamo vivendo.
Riccardo Celli