I discorsi dell’Arcivescovo monsignor Giovanni Intini e del Sindaco Giuseppe Marchionna, in occasione delle feste patronali, non potevano non suscitare l’attenzione dell’opinione pubblica e anche alcuni interventi politici a difesa d’interessi specifici.
L’Arcivescovo ha toccato temi e argomenti particolarmente sentiti dai cittadini di Brindisi, di una città che si batte da sempre proprio perché questi si possano concretizzare: «l’attenzione al territorio va di pari passo con quella della persona umana. Che attenzione sarebbe quella alla persona se poi non si tutela quella casa comune, che è il territorio?», ammonendo che «il cambiamento di rotta per approdare a una nuova e sapiente ecologia integrale non è più procrastinabile». E non è mancato la citazione della Laudato si’ in uno dei più significativi passaggi in cui Papa Francesco parla della cultura ecologica che «dovrebbe essere uno sguardo diverso, un pensiero, una politica, un programma educativo, uno stile di vita e una spiritualità che diano forma ad una resistenza di fronte all’avanzare del paradigma tecnocratico». In un messaggio di così alta sensibilità non poteva mancare un richiamo ad un argomento quanto mai attuale che i cittadini stanno affrontando e per il quale si stanno scontrando con un pesante sistema di potere, dice l’arcivescovo: «l’inquietudine che la nostra comunità cittadina vive in questi giorni, per la questione del deposito di gas liquido nel nostro porto, ci dice che queste problematiche interessano anche noi». Una dimostrazione di attenzione, questa, che contrasta con quanto il sindaco Marchionna ebbe a dire pochi giorni fa quando rifiutò di continuare l’azione giudiziaria, per il deposito/impianto di Gnl, presso il TAR del Lazio affermando prima della manifestazione del 24 agosto scorso «credo che per noi del Comune quello di Edison è un problema che non ci riguarda, che non esiste più. Ormai riguarda solo l’Autorità Portuale ed eventualmente altre istituzioni coinvolte». E cozza anche con quanto lui stesso ha enunciato nell’intervento dopo l’Arcivescovo e cioè che «senza amore per la città, la straordinaria bellezza di Brindisi sfiorirà ogni giorno di più» concetto che ci vede concordi, ma in cosa si manifesta l’amore per la città, nello spianare la strada ad insediamenti che decreteranno la morte del porto e quindi dell’economia della città e del territorio? Nel farsi dettare le linee da un presidente dell’AdSPMAM che tra annunci di “passerelle girevoli”, “piccole torre Guaceto” e altre invadenze delle altrui competenze, affosserà la polifunzionalità del nostro porto? Se permette caro Sindaco non sono questi i segnali d’amore di cui ha bisogno la città di Brindisi.
Possiamo convenire sul fatto che sul discorso del sindaco abbia pesato la situazione in cui si trova il Comune di Brindisi per cui è plausibile citare responsabilità politiche precedenti e chiedere ai cittadini di mostrare responsabilità civica, ma, nel farlo, bisogna assumersi precise responsabilità e impegni che riguardano, innanzitutto, le posizioni da assumere per il futuro della città e, in questo senso, come uscire dalle vecchie logiche economiche che ne hanno condizionato lo sviluppo. Oggi gli impegni ineludibili riguardano lo sviluppo sostenibile in città e, in questo senso, ciò che l’amministrazione comunale deciderà in merito a scelte fondamentali, tra le quali ora è al centro dell’attenzione quella riguardante il deposito di GNL che confligge con qualsiasi prospettiva di sviluppo sostenibile.
Il discorso dell’Arcivescovo si è concentrato su tre punti precisi e cioè sulla persona, sul territorio e sulla comunità. L’arcivescovo ha mostrato una visione d’insieme articolata e ha portato a chiedere un cambio di rotta preciso sia per quel che riguarda le politiche sociali, sia per quel che riguarda le politiche ambientali dello sviluppo sostenibile della città.
Dalle riflessioni fatte è parso che monsignor viva da molto tempo Intini in questa città poiché queste si adattano pienamente alle tribolazioni e alle imposizioni subite negli anni dalla città di Brindisi e dai suoi cittadini per cui ha chiesto all’intera comunità brindisina che «forse più che essere spettatori che pongono domande agli attori della nostra società, conviene che anche noi decidiamo di prenderci la nostra parte di responsabilità, ciascuno al proprio livello, e di diventare protagonisti: sentinelle della convivenza sociale, ecclesiale, politica, familiare, per imparare a scrutare i segni dei tempi e contribuire attivamente al cambiamento» e per far questo occorre «non cedere alle logiche, spesso ricattatorie del profitto e del mercato, non è un gesto di eroismo ma di amore civico per la propria città».
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Per fortuna che abbiamo un vescovo che dice quello che avrebbe dovuto dire il sindaco, il quale, ogni volta che parla perde un occasione per stare zitto. Siamo messi proprio male!