“In Puglia c’é il rischio di sottoporre le donne affette da tumore al seno a un improprio trattamento chemioterapico, quindi a rischio d’avvelenamento, per la mancata effettuazione quasi generalizzata dei test genomici e nonostante siano a disposizione le risorse economiche. Mi chiedo: ma le Asl inadempienti non si vergognano? Che effetto fa sentirsi così arretrati, soprattutto se in danno delle persone malate? Ma la cosa più incredibile è il mancato monitoraggio di questa situazione da parte dell’Assessorato alla sanità. Venga ora l’ARESS in Commissione”.
Lo dichiara il consigliere e commissario regionale di Azione Fabiano Amati, commentando l’audizione odierna sull’argomento dei test genomici del DG e dei responsabili medici dell’IRCCS Giovanni Paolo II di Bari.
“La scienza ci ha offerto la possibilità di sapere se il trattamento chemioterapico serve o meno. E per questo lo Stato ha messo a disposizione le risorse. Bene, ma cosa succede in Puglia?
State a sentire. C’è una delibera della Giunta regionale del 30 settembre 2021, che assegna all’IRCCS Giovanni Paolo II di Bari l’incarico di fare la gara per l’acquisto di test genomici. Dal settembre 2021 solo a febbraio 2023, dopo un anno e mezzo, è stata pubblicata la gara. Pubblicata, ma ovviamente non ancora aggiudicata.
Il motivo del ritardo è la mancata risposta delle ASL e delle Breast Unit, nonostante diversi solleciti, nel fornire le informazioni utili per lo svolgimento della gara.
Ma la cosa più grave è l’impossibilità di sapere se attualmente vengono sottoposte al test tutte le persone con quadro clinico compatibile, al fine di verificare l’appropriatezza della chemioterapia adiuvante e quindi attestare che il trattamento non rappresenti un’esposizione inutile agli effetti di tossicità.
Si tenga presente, infatti, che l’uso dei test potrebbe comportare una riduzione di almeno il 50 per cento del ricorso alla chemioterapia adiuvante”.