Se non riusciamo a risolvere la realizzazione di manufatti amovibili temporanei (chioschi), da allocare sul lungomare Regina Margherita, siamo proprio alla frutta, c’è da essere seriamente preoccupati.
Il contesto progettuale che riguardava le opere di restyling sul lungomare Regina Margherita, ossia quello che inizia da via Montenegro e termina in corrispondenza della scalinata di Piazzale Lenio Flacco, comprendeva anche la realizzazione di manufatti amovibili temporanei da destinare ad attività commerciale (chioschi) per la somministrazione di alimenti e bevande.
L’Amministrazione Comunale demandò ad un professionista esterno l’incarico di realizzare l’elaborato tecnico, secondo le previsioni previste dal vigente PRG. Il progetto, poi, fu approvato previa acquisizione del parere favorevole espresso dalla Soprintendenza,quindi il professionista ora assessore all’Ambiente della giunta Rossi ha fatto il suo dovere ed è stato anche corretto a lasciare l’incarico per eventuali incompatibilità.
Nel maggio 2016, una delegazione rappresentativa dei commercianti che svolgevano già l’attività di preparazione e somministrazione di alimenti e bevande mediante auto market in piazzale Flacco, chiese ed ottenne con gli allora Assessori all’Urbanistica ed alle Attività produttive della Giunta Carluccio, un incontro durante il quale gli operatori stessi si resero disponibili a realizzare a spese proprie i chioschi, come da progetto elaborato per conto dell’A.C.
Bensì ritenuta una proposta degna di considerazione da parte degli allora amministratori, l’iniziativa venne interrotta a seguito della caduta anticipata dell’Amministrazione.
Successivamente, il Commissario Prefettizio con deliberazioni adottate con i poteri del C.C., rispettivamente n. 26/2017 e 53/2017, ha permesso l’istituzione dei posteggi ai titolari fino al 28.02.2018, fissato come termine ultimo per l’installazione dei chioschi, nonché la priorità assoluta nella futura assegnazione.
Con l’insediamento della nuova amministrazione Rossi, i commercianti hanno ripreso “la battaglia” affinché si continuasse a perseguire l’indirizzo fornito dalla gestione commissariale. Si è giunti ad un accordo, ovvero l’Amministrazione comunale concede loro il suolo pubblico, mentre i commercianti realizzano a spese proprie il manufatto rispettando le caratteristiche previste ed approvate dall’Amministrazione stessa.
Per puro eccesso di zelo, e per non vanificare i sacrifici economici, il rappresentante dei commercianti ha richiesto alla competente ASL parere igienico – sanitario preventivo sul progetto fornito ed elaborato dall’Amministrazione comunale. In sostanza è stato richiesto agli uffici competenti dell’ASL se i chioschi realizzati così come da progetto, rispondessero dal profilo igienico/strutturale e funzionale, alle norme attuali in materia di sicurezza alimentare.
L’ASL, durante apposite riunioni tecniche svolte negli uffici comunali, ha sottolineato che i chioschi così come da progetto non sono idonei per la preparazione e la somministrazione di alimenti e bevande. Pare che il motivo sia attribuibile all’altezza insufficiente della struttura.
Per ovviare a tale insufficienza, bisognerebbe aumentare l’altezza (da 2,4 m. a 3 m). Ciò comporterebbe una diminuzione ulteriore della superficie interna, in quanto secondo le previsioni del vigente PRG, in quell’area i manufatti di nuova realizzazione non possono superare i 20 m3 di volumetria. Questo accorgimento però, realizzerebbe un chiosco con un’altezza di 3m, ma con una superficie utile interna di circa 5 m2, insufficiente e non congrua per ottenere il parere favorevole dell’ASL. La vigente normativa regionale che disciplina l’attività di somministrazione di alimenti e bevande su suolo pubblico, prevede che gli esercizi in cui si svolgono la preparazione e la somministrazione di alimenti e bevande fino a 30 posti a sedere, devono essere dotati di un servizio igienico esclusivamente dedicato agli avventori, oltre alla presenza di un servizio igienico ad uso esclusivo degli operatori del settore alimentare.
L’unica via da seguire, che prevede però un iter amministrativo lungo, è quello di apportare una modifica progettuale per poter aumentare la volumetria interna, che prevede necessariamente di una variante al PRG. Espletato questo iter la ASL non avrebbe problemi ad esprimere il proprio parere favorevole. Diversamente la situazione rimarrà impantanata o qualcuno si inventerà storture e brutture.
Chi governa deve assumersi le proprie responsabilità, deve dire agli operatori commerciali come stanno le cose e nelle more di risolvere il problema, autorizzare l’occupazione di suolo pubblico fino alla fine dell’iter amministrativo dovuto, per permettergli di continuare ad esercitare l’attività commerciale.
Non è il momento di cercare le responsabilità, ma è il momento di dare risposte concrete, politiche, di competenza e capacità su ogni comparto dell’amministrazione comunale, nell’interesse della città.
IDEA per BRINDISI
Claudio NICCOLI