BRINDISI – Non è affatto debellato il problema della Xylella, anzi. Pare, infatti, che siano stati individuati nuovi focolai.
Sulla questione è intervenuto il deputato dei Conservatori e Riformisti, Nicola Ciracì, dopo che, nei giorni scorsi, sono stati scoperti nuovi focolai tra la Bassa Murgia Salentina e il comprensorio a Sud di essa, tra le coste dell’Adriatico e dello Jonio. In particolare, il batterio-killer degli ulivi ha esteso il suo fronte di contaminazione ai territori di Carovigno, San Vito dei Normanni e Ceglie Messapica, in provincia di Brindisi, e di Fragagnano in provincia di Taranto.
“La primavera è alle porte – ha detto il deputato – e la Xylella fastidiosa continua a galoppare, al di là dei proclami e delle rassicurazioni, falsi e irresponsabili, del presidente della Regione Michele Emiliano e dello stesso ministro Maurizio Martina. Ciononostante, il governatore Emiliano dispensa tranquillità, sostenendo che non c’è nulla di cui preoccuparsi e che gli effetti della fitopatia, presente nel Tacco d’Italia da oltre quattro anni, sono contenuti: ma siamo su ‘Scherzi a parte’? Il dramma è che mentre Emiliano non si rende conto del prezioso tempo perduto, la Xylella continua a diffondersi anche grazie al blocco dei controlli e al mancato rinnovo degli incarichi ai tecnici di campo, il cui lavoro è fondamentale per campionare le piante sospette e per tenere seriamente sotto controllo la situazione. Con l’avvento della primavera, l’agente vettore Phillaneus Spumarius, comunemente noto come sputacchina, produrrà danni ancor più ingenti, per cui si rende necessaria un’azione di contrasto decisa e intransigente tanto da parte della politica regionale quanto da parte di quella nazionale: non sono sufficienti gli spot del ministro Martina circa il sostegno al reimpianto o alla sperimentazione della “cultivar Leccino”, a spese dei soliti fessi, ma è fondamentale capire se questi interventi saranno estesi alla zona di contenimento, alla zona tampone o solo all’area infetta. Dal canto mio – ha concluso Ciracì – m’impegnerò in una campagna di sensibilizzazione dei sindaci dei luoghi interessati dal fenomeno al fine di presidiare, con loro e con gli stessi cittadini, Regione e Ministero delle Politiche agricole, fiducioso in un una pur sempre tardiva ma reale presa di coscienza del problema da parte delle istituzioni”.