Un saggio e razionale atteggiamento resiliente, a fronte della tragedia pandemica scatenata dal Coronavirus, ci induce a delle considerazioni utili per il presente, ma necessarie soprattutto per il futuro. Questa tragedia, dagli esiti ancora imprevedibili, innanzitutto ci fa capire che il nostro Stato, praticamente non esiste più; saccheggiato negli anni dal cartello finanziari di Bruxelles che, tramite il Fiscal Compact imposto dal pareggio di bilancio in Costituzione, ci rapina 50 miliardi l’anno di interessi sulla truffa del debito pubblico. Lo fa grazie ad una classe politica complice ed asservita a quegli interessi: dal centro destra al centro “sinistra” è tutto un genuflettersi a quegli interessi e a quel comando finanziario.
Questa situazione e gli interventi volti al suo superamento ormai sono affidati al buon cuore dei cittadini e alla loro beneficenza, oltre che all’eroismo dei medici e degli infermieri che, stremati e umiliati da tagli nel loro settore, hanno in questi giorni moltiplicato il loro impegno. Anche a costo anche della loro vita.
Questa emergenza ci fa capire quanto criminale e disastroso sia stata la politica dei tagli inferti alla sanità pubblica (in più di 10 anni una classe politica complice della Piovra europea ha ridotto di 37 miliari e di 70.000 posti letto la nostra sanità) e la privatizzazione strisciante che sempre più ha sostituito quella statale.
Questa emergenza ci fa capire quanto importante sia orientare la spesa pubblica verso attività di cura e di prevenzione e verso tutti quegli interventi socialmente utili; invece le scelte politiche dei nostri governi hanno dilapidato le esigue risorse statali in opere e infrastrutture inutili e pericolose come TAV, TAP, F-35, missioni coloniali mascherate da missioni di pace, etc. etc.
Questa emergenza ci fa capire l’importanza che assume la difesa del patrimonio naturale e ambientale, dell’ecosistema e della biodiversità. Garanzia fondamentale delle condizioni di salute per ogni specie vivente. Assistiamo ormai da tanti, troppi anni a politiche di stampo neoliberiste volte al saccheggio delle risorse naturali degradate e ridotte a merce, da sfruttare e da distruggere in nome del profitto e nell’interesse di pochi.
Questa emergenza ci fa capire che il vero problema è il capitalismo globalizzato e neoliberista.
Il problema drammatico è quello di un mondo ridotto a mercato deregolarizzato e senza diritti, ne per l’uomo, ne per la biosfera, ne per nessuno, dove l’unica legge è quella del più forte, delle sue armi e della sua arrogante violenza.
In questa drammatica circostanza il Consigliere regionale Fabiano Amati non perde occasione per riproporre le solite funeste politiche volte allo smantellamento della Sanità pubblica e alla trasformazione, in senso capitalistico della nostra olivicoltura.
Dal suo sito apprendiamo che “I piccoli ospedali non servono. II Coronavirus l’ha reso abbastanza chiaro.” Non bisogna essere medici per rendersi conto che una sanità che funzioni è quella che crea reti di assistenza e di intervento capillari e diffuse sul territorio. Non ha senso concentrare, e congestionare, in poche mega strutture qualsiasi tipo di intervento e qualsiasi tipo di cura: dalla banale frattura, all’intervento di routine all’intervento di altissima specializzazione per esempio, neurochirurgica. Sicuramente i reparti di altissima specializzazione vanno distribuiti sul territorio, nessuno pretende reparti dì eccellenza in ogni ospedale cittadino. Quello che si pretende è una sanità, al servizio dei cittadini e non del profitto, che garantisca i pronto soccorsi, i reparti di base (Ostetricia, Medicina, Ortopedia, Chirurgia generale, Odontoiatria, etc.) a tutti i cittadini e ad ogni comunità. Una struttura ospedaliera di base disponibile per ogni paese come presidio di cura e di prevenzione. Ospedali di base a Km 0.
Le mega strutture, quelle dai grandi numeri sono quelle dei grandi affari, tipiche di una sanità aziendalistica che nella patologia coglie solo la possibilità di un profitto e, nelle persone da curare, vede solo delle merci e non delle esistenze.
Come COBAS abbiamo un’altra idea di sanità, di cura e di prevenzione. E’ veramente imbarazzante accostare i costi alle patologie e a quelli alle strutture ospedaliere. Per noi la sanità non è un costo ma una ricchezza, quella della salute di tutti i cittadini. Il nostro Consigliere Amati così continua , “si è continuato ostinatamente a tenere in piedi strutture inadeguate e fatiscenti”. Ma perché quelle strutture sono diventate “inadeguate e fatiscenti”? Non ci vuole molto a dare una risposta a questa domanda. E’ uno dei momenti della politica volta ad abbattere la sanità pubblica a tutto vantaggio della sanità privata. Ormai è una tendenza costante, pericolosa e reale che attraversa le nostre politiche sanitarie: subdolamente, silenziosamente, quasi striscianti, la possiamo osservare nei programmi di tutti i governi e nelle intenzioni, più o meno dichiarate, di tutti i partiti e all’ordine del giorno di quella che, con linguaggio truffaldino, viene chiamata “autonomia differenziata”.
Per quanto riguarda il problema Xylella, apprezziamo che il Consigliere Amati, dalla sua pagina Facebook, esorta a indicare l’importanza delle opere di aratura e fresatura dei nostri ulivi. Vorremmo ancora di più! Vorremmo che, a fronte della radicale impotenza della scienza a risolvere questo problema, fossero ricordate alcune semplici evidenze, queste si scientifiche, per quel poco che le leggi vigenti, guarda caso, consentono:
Non confondere il disseccamento degli ulivi con il disseccamento provocato dalla Xylella che incide solo nella misura del 2%.
Curiamo gli ulivi con le antiche buone pratiche, e proibiamo il loro abbattimento. Un uomo malato non va ucciso, va curato. Anche gli ulivi!
Denunciamo con forza che il disseccamento degli ulivi è il risultato di decenni di veleni utilizzati in agricoltura che hanno impoverito il terreno trasformandolo in sabbia.
Denunciamo con forza che il disseccamento degli ulivi è il risultato di una falda acquifera sempre più impoverita e invasa dalle acque marine. Sono troppi i pozzi artesiani presenti su quei territori e troppa è l’acqua estratta, oltre ogni limite.
Denunciamo con forza che il disseccamento degli ulivi è il risultato dell’inquinamento che sta soffocando il nostro territorio
E soprattutto, denunciamo con forza che la Xylella è il cavallo di Troia che consente alle multinazionali e alle agromafie di trasformare la nostra olivicultura di qualità in agricoltura intensiva e super intensiva, con grave pregiudizio per la qualità del nostro olio e ingenti profitti per i nuovi padroni del nostro territorio. E’ appena il caso di ricordare che le coltivazioni su scala intensiva richiedono tantissima acqua e, ancor di più, aiuti chimici, circostanze queste che il piccolo produttore non potrà far fronte e sarà quindi stritolato dalla grande proprietà terriera che ne assorbirà le sue modeste proprietà a prezzo di affare. Una ri-feudalizzazione è all’orizzonte nel nostro territorio. Nuovi latifondisti minacciano le nostre terre! Non dobbiamo permetterlo!
Se non si fa questo, se non si fa questa chiarezza, tutto quello che si dice appartiene al tristo repertorio della retorica e della speculazione. Buono per racimolare qualche voto, ma inutile per salvare i nostri ulivi, il nostro paesaggio ed anche la nostra salute dalle grinfie della speculazione.
COBAS OSTUNI
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