BRINDISI – La crisi, a Brindisi e provincia, è stata ammortizzata meglio che in altre parti del Mezzogiorno perché, in fondo, questo territorio viveva già la sua crisi prima che iniziasse quella mondiale.
Questo assunto è stato spesso ripetuto in questi anni da molti addetti ai lavori, ed in effetti sembra trovare sponda favorevole nei dati fatti registrare dalla provincia brindisina sia in termini di produzione di valore aggiunto (che è cresciuto più che nelle altre province pugliesi) sia – secondo uno studio effettuato da Manageritalia in collaborazione con AstroRicerche – in termini di tasso di occupazione.
Tale ricerca, che sulla base dei dati Istat analizza il tasso di occupazione nelle singole province e la sua variazione nel decennio 2007-2017, conferma che per quanto concerne il primo indicatore (il tasso di occupazione), Brindisi si trova tra le città più in difficoltà. L’87esima posizione (in riferimento alla fascia d’età 15-64 anni), con un tasso di occupazione del 46,1% (60% uomini, 32,7% donne), vale comunque la seconda piazza in Puglia (prima è Bari al 79° posto, Taranto è 89^, Lecce 91^, Bat 93^, Foggia 106^ con il 38,2%).
Ma la situazione cambia completamente quando si analizza la tenuta del tasso di occupazione nell’ultimo decennio: ebbene, qui Brindisi risulta la prima provincia del Sud Italia e tra le prime 10 in assoluto. Pensate che soltanto 35 province mostrano il segno più rispetto al periodo pre-crisi, e Brindisi è una di queste, piazzandosi al decimo posto con una crescita del tasso di occupazione dell’1,8%. In Puglia, la seconda in classifica è Bari con un +0,1 (34^), poi troviamo Taranto (66^), Lecce (91^ con un -3,8%) e Foggia (92^).
Numeri dai quali traspare una certa resilienza del territorio, visto che – come innanzi accennato – anche sul valore aggiunto Brindisi occupa un ruolo guida in Puglia. Tali indicazioni vanno ad incrociarsi con quelle fornite due giorni fa dal Cresme, che dipingevano un quadro generale decisamente più fosco per la nostra provincia, soprattutto per quanto riguarda la fascia giovanile.
Ed a proposito di giovani (25-34 anni), il tasso di occupazione registrato a Brindisi è del 51,3% (79^ posizione), secondo in Puglia solo a Bari (75^) e davanti a Bat (81^), Taranto (86^), Lecce (92^), Foggia (103^).
Confermata anche per questa fascia di età la performance positiva in termini di tenuta occupazionale: Brindisi si piazza all’11° posto in Italia con un -3,4% nel decennio 2007-2017 (seppure il maggiore incremento di tasso di occupazione di giovani donne sia da attribuire proprio alla nostra provincia, con un +9,4%). Bari si ferma al 27° posto, Foggia 65°, Taranto 68°, Lecce 83°.
Insomma, numeri da analizzare davvero attentamente, perché in netta controtendenza rispetto al trend nazionale e nettamente migliori rispetto a quelli delle altre province pugliesi, e che rappresentano una buona piattaforma di discussione per ripartire con maggiore fiducia.
Andrea Pezzuto
Ma come si fa a considerare questo dato positivo, bisogna essere esageratamente ottimisti. Se partiamo da un dato del 46,1% di disoccupazione, un più 1,8 sembra una goccia in mezzo al mare, poi il confronto tra situazioni di profonda crisi non so che rilevanza può avere.
E chi dice che l’87esima posizione è un dato positivo? E’ positivo il fatto che rispetto al periodo pre-crisi Brindisi abbia mantenuto meglio di altre 96 province