Dunque, ci siamo. Stamane si compie il rito. Festoso, solenne, condiviso. Ma che nasconde questa voglia matta di tuffarsi tutti insieme appassionatamente nell’antica schiuma del mare fragoroso? E’ un atto di coraggio e di sport, un vezzo, una moda un po’ esibizionistica per accedere a quel quarto d’ora di celebrity di cui parlava Andy Warhol, ma è anche qualcosa di più. E’ un atto simbolico che manifesta il bisogno di purificarsi dalle scorie dell’anno appena trascorso, l’ancestrale umana aspirazione a propiziarsi il favore degli dei tramite il sacrificio della propria carne, al tempo stessa straziata e tonificata dal gelo delle acque. Assai nobile è il fine benefico dell’intera liturgia: offrire un aiuto concreto ad una giusta causa. E allora, grazie amici della Conca, magnifici attori di una festa sentita e partecipata, iscritta da un pezzo nella bacheca delle più memorabili tradizioni brindisine. Che anche per voi, temerari tuffatori urlanti, il 2020 dalla cifra piena e rotonda, sia un anno foriero di buoni auspici e ricco di serenità e benessere. Prosit!
Bastiancontrario