Egregio e grigio Signor Sandokan, mi permetta di rivolgerle questa mia accorata missiva scritta solo per il suo bene, in quanto tesa a tutelare, nell’immaginario collettivo, la sua immagine di uomo forte e coraggioso, giovane e bello. La memoria corre a quei primi degli anni ottanta in cui lei caprioleggiava in tv, stendendo, in pari modo, feroci tigri e docili fanciulle. Generazioni di mamme e figli hanno sospirato trepide per le sue gesta eroiche, mentre noi piccoli omuncoli italici eravamo verdi di invidia per l’umiliante confronto con la sua selvaggia bellezza. Ma quei dorati tempi sono passati per tutti e nulla è più patetico che il volerli rinverdire. Ma benedetto Sandokan, come le viene in mente, a settantatré anni, di incrociare i guantoni! E per giunta a Brindisi! ( Sì, sto scherzando, lo so che lei farà una parte adeguata alla sua veneranda età e che il pugile lo farà un giovanotto, però l’idea di vederla ancora combattere )… Ma per fare questa sceneggiata c’era bisogno di scendere fin da noi? Giusto giusto al PalaMelfi dovevate venire? E poi – e mi rivolgo alla produzione del film- non vi bastava chiedere l’utilizzo di una decina di stalli per i vostri mezzi, senza turbare l’intero quartiere con ingiustificate inibizioni totali e prolungate? Dovete girare il filmetto “Il Pendolo” o Ben Hur? Kabir, la prego, ci ripensi. Una volta i bimbi cantavano a squarcia gola “ Sale e scende la marea, Sandokan va a diarrea”. Ora non vorrei che si cantasse “Sandokan non va più per mare, ora vive al Focolare”. Kabir Bedi, si rende conto che da tigre di Mompracem sta per diventare il vecchio gatto del Palazzetto? Se lo sapesse il povero Salgari si suiciderebbe per la seconda volta!
Bastiancontrario