E siamo finalmente entrati nella bella stagione, quell’Estate che è un battito di ciglia, che ci fa sentire il mare dentro una conchiglia, ci fa buttare nelle braccia del vento e ci fa fare con le mani una vela. Estate, estate, ma che caldo fa, conclude il Lorenzo Cherubini da Cortona. Quest’anno da noi “il programma del prossimo trimestre”, come per il sempre Jovanotto cinquantatreenne, sarà sì “prendere il sole e sentirci l’estate addosso”, ma anche verificare con attenzione lo stato dell’arte della nostra città. E’ in cantiere uno straccio di programma estivo, pur con le pesanti limitazioni sanitarie? La vivibilità cittadina e costiera continuerà ad essere assicurata puntualmente? Tutti abbiamo reagito con sollievo e soddisfazione alla radicale pulizia della litoranea (“nord” è pleonastico, perché, di viva, solo quella abbiamo), ma queste operazioni devono essere effettuate con regolarità, perché la monnezza è come la posidonia: più ne togli e più ne arriva. Poi ci sono i problemi di viabilità e di traffico, specie in direzione delle aree balneari, di inquinamento,anche acustico, e tanto altro ancora. Il sindaco non ha la bacchetta magica ma di recente ha assunto iniziative decisioniste che sono risultate ben accette dalla cittadinanza. La vicenda Versalis ha tuttavia assunto connotazioni davvero paradossali e grottesche, considerato che tanta tempesta in un bicchiere si è conclusa con una specie di tregua a tempo. Restano sulla graticola molti problemi irrisolti, da quello della situazione critica della BMS a quella altrettanto delicata della Farmacia Comunale. I Brindisini, già indispettiti dall’ inaccettabile rinvio alle calende elleniche della realizzazione del progetto “Cala Materdomini”, hanno dovuto incassare in queste ore anche la notizia di un preoccupante stato comatoso di una piscina comunale (quella di contrada Masseriola) e, soprattutto, l’ennesimo slittamento dell’apertura di Forte a mare e il blocco dei lavori di bonifica per il ripristino del vecchio ristorante Pic Nic in zona Sciaia. Insomma, tutti i cantieri locali sono fermi. Ci si lamenta quando le opere sono a carico del pubblico (finanziamenti, iter legislativo e procedurale, miriadi di autorizzazioni a matrioska ecc.), poi, quando si trovano degli imprenditori privati che mettono i soldi, la faccia e la firma sotto ogni documento che certifichi la loro responsabilità, tutto si pietrifica in attesa di un signor Godot. Malgrado tutto questo, la malefica macchina burocratica incasina tutto e rimanda ai blocchi di partenza. Viene il fondato sospetto che il legislatore e gli apparati ministeriali abbiano creato questa gabbia scientemente e non per incapacità. L’avvio dei lavori nell’ex area Pic Nic pare che non abbia lo start perché la dirigente comunale ancora non appone la firma sugli atti. E certo, non lo fa perché non si sente tutelata, perché manca quel visto, quella relazione, quel lascia passare da parte del demanio (in questo caso demonio). Le responsabilità civili e penali per i dirigenti degli enti locali sono pesanti, per cui non si possono pretendere atti di sconsiderato eroismo da parte dei dirigenti comunali. Il problema è tutto nella tempistica dei vari passaggi autorizzativi da ente ad ente e, ovviamente, nel grado di ottimizzazione dei vari progetti istruiti dall’ente locale al fine di evitare o quantomeno attutire i colpi di coda del serpente burocratico. Questo schifosissimo rettile, proprio come il mitico Uroboro, si morde la coda formando un diabolico cerchio senza capo né coda, senza inizio e senza fine. Riusciremo a fare a pezzi questo mostro? E’ la sfida del prossimo futuro,a Brindisi come in tutta Italia…
Bastiancontrario