Ci fu un tempo lontano in cui gli zainetti li portavano soltanto i bimbi delle elementari. Era l’evoluzione delle vecchie cartelle a spalla, giunte provvidenzialmente a sostituire le ancora più vecchie cartelle a mano, quelle che procuravano stragi di scoliosi a causa dell’evidente sbilanciamento. Poi il capo dromedariesco cominciò a spuntare sulla schiena degli escursionisti di montagna, e poi di collina e infine di pianura. Comodo, funzionale, idoneo alle necessità contingenti. Presto però la necessità divenne superflua e lo zaino incominciò ad avere una funzione di accessorio alla moda. Spuntarono così, come deformazioni mostruose, milioni di gobbe sulle tenere spalle degli adolescenti. Molto graziose quelle portate dalle ragazzine, perché ingentilite da famiglie di orsacchiotti variopinti impiccati allo zip della cerniera. Nel maggio del 2018 la svolta storica: Il Presidente Mattarella invita Carletto Cottarelli ad alzarsi dalla panchina e a riscaldarsi in vista di una assai probabile discesa in campo. E Carlo, obbediente, corricchia per gli austeri corridoi del Quirinale esibendo sulle spalle , in verità non molto atletiche, un bello zainetto di pelle nera. Ecco lo sdoganamento definitivo che tutti i produttori aspettavano con ansia. Il mercato viene invaso da milioni di zaini ed oggi questo capo è l’accessorio più trendy, indossato da tutti. Lo porta l’avvocato in udienza, l’ingegnere in cantiere, l’amministratore delegato in riunione. Compare sulle spalle delle suorine che si affrettano verso San Pietro e sulle spallone di anziani preti di montagna e di città. Sicuramente campeggia anche sulla schiena di qualche cardinale che vuole seguire la moda e se ne è fatto fare uno fuori serie in raso color porpora.
Io sono all’antica. Lo zaino lo porto solo quando vado a mare in bicicletta. Ma tutti gli altri, che diamine hanno dentro lo zainetto? Un asciugamano, le mutande di ricambio, i kleenex ? Mah, io ho fede. Le mode cambiano. Addà turnà o borsetto!
Bastiancontrario