Ancora una volta, l’Azienda sanitaria di Brindisi ha perso una ghiotta occasione per far parlare (bene) di sé ma, soprattutto, di dimostrare la propria attenzione verso la salute dei cittadini e, nel caso specifico, delle donne. Spiace constatare, infatti, come quella brindisina sia tre le pochissime Asl pugliesi a non avere aderito alla campagna promossa dalla Regione Puglia dal titolo “Conosci, Previeni, Cura”. Una iniziativa dedicata proprio alla salute delle donne ed attraverso la quale le aziende sanitarie pugliesi promuovono iniziative ed eventi gratuiti per l’informazione, la prevenzione e la cura per le donne. Tra questi, servizi clinici, diagnostici e informativi in diverse aree specialistiche come cardiologia, dietologia e nutrizione, endocrinologia e malattie del metabolismo, ginecologia e ostetricia, oncologia ginecologica, oncologia medica, pneumologia, psichiatria, senologia. Si tratta di un mero errore? Una ‘svista’ da parte di chi aggiorna il Portale della salute della Regione Puglia che non ha provveduto ad inserire l’Asl brindisina tra quelle aderenti alla campagna? Vorremmo tanto fosse così, ma temiamo che le cose stiano in maniera differente. Ed allora mi chiedo – da donna prima ancora che da responsabile del Coordinamento donne di Fials – come è possibile che, nonostante ci siano tantissime donne che non hanno la possibilità di accedere al privato e che sono costrette ad attendere il proprio turno nelle lunghissime liste d’attesa, si è persa l’occasione di partecipare a questo progetto di prevenzione e di cura gratuito? Cosa lo ha impedito? Di chi sono le responsabilità? In un momento in cui accedere al sistema sanitario è una prerogativa di pochissimi, a causa delle interminabili liste d’attesa e della contrazione di servizi offerti alla cittadinanza, è mai possibile registrare una gestione della sanità sempre più lontana dai bisogni delle persone?
Elena Marrazzi (Segretaria nazionale Fials – Responsabile Coordinamento Donne)