La discussione nata attorno alla possibile acquisizione delle farmacie comunali da parte di una società specializzata è davvero surreale. La vendita è stata stabilita, e votata, nel piano di riequilibrio pluriennale come una delle misure a corredo dell’iniziative di risanamento delle compromesse finanze comunali. Durante il consiglio comunale in cui si stabilì la sua alienazione, la principale e legittima preoccupazione era la tutela dei posti di lavoro. Tale tutela, voluta fortemente dall’Amministrazione comunale, è stata inserita nel bando a cui in queste ore risulta abbia risposto una società leader del settore farmaceutico. Ovviamente non conosciamo la proposta nella sua concretezza e completezza, poiché solo nelle prossime ore gli uffici procederanno alla valutazione dell’offerta.
L’aspetto che vorremmo approfondire nasce da una diffusa convinzione errata sicché si dà per scontato che la proprietà pubblica consistente in quote uniche in una società a responsabilità limitata possa fungere all’infinito da paracadute. Infatti, solo qualche anno addietro nel 2013/2014, a causa di una gestione “politicizzata” della Servizi farmaceutici s.r.l. che è costato un procedimento penale all’amministratore unico, si rischiò la totale chiusura delle farmacie comunali. L’intervento di ripiano dei debiti accumulati dalla società partecipata da parte del consiglio comunale dell’epoca, che oltretutto vide partecipi attivamente sia la maggioranza che la minoranza, fu provvidenziale ma portò, addirittura, ad un’indagine della Corte dei Conti e vide coinvolti tutti gli amministratori locali che sostennero il salvataggio e che furono costretti, purtroppo, a subire gli strali di certa opinione pubblica, evidentemente non consapevole dello slancio di “generosità” degli stessi. In quelle polemiche, però, gli amministratori furono lasciati soli e le loro scelte coraggiose per la tutela dei lavoratori e il mantenimento del servizio stesso non vennero sostenuti da nessuno.
Fortunatamente la questione si è chiusa pochi mesi fa riconoscendo, caso più unico che raro, la correttezza dell’operazione che di fatto ha accresciuto il valore di mercato, rispetto alle condizioni in cui versava, delle farmacie comunali stesse.
La congiuntura economica sfavorevole, aggravata dalla crisi pandemica in fase ascendente, nel prossimo futuro potrebbe, il condizionale è d’obbligo, ripercuotersi seriamente su tutte le attività economiche anche quelle a partecipazione pubblica: date le precarie condizioni finanziarie dell’ente comunale, si commetterebbe un grave errore dare per scontato un ulteriore intervento salvifico con il ripiano dei debiti.
La Servizi farmaceutici ha segnato, dal 2015, avanzi di amministrazione di circa centomila euro all’anno che, seppur possono risultare un buon margine economico, indubbiamente non rappresentano la soluzione, come invece vuol far passare falsamente qualcuno, alla massa debitoria di diversi milioni di euro accumulata negli anni a causa di una gestione amministrativa poco oculata del Comune di Brindisi.
Siamo consapevoli della grande responsabilità politica nei confronti dei dipendenti e con la stessa chiarezza siamo convinti che questa soluzione possa garantire un futuro sereno proprio al loro lavoro.
Per questo garantiamo la nostra massima attenzione e vigileremo affinché la proposta per l’acquisizione delle farmacie sia davvero vantaggiosa per il comune di Brindisi e, soprattutto, per il futuro lavorativo di tutti gli attuali dipendenti delle farmacie comunali.
Consiglieri comunali Pd Brindisi