Il 2021 sarà certamente ricordato per le gravi conseguenze determinate dal protrarsi dell’emergenza sanitaria, ma anche per la capacità dell’Italia di mettere in campo misure economiche capaci di fronteggiare una crisi senza precedenti e che hanno consentito uno scatto del PIL di oltre il 6%.
Nel settore edilizio i “bonus” sono serviti a far ripartire l’intero comparto che nel nostro territorio era sostanzialmente fermo da anni, fatta eccezione per alcune commesse legate alla grande committenza.
E’ evidente, però, che la crisi non si supera con misure “a tempo”. E’ necessario, pertanto, immaginare che gli interventi legati all’efficientamento energetico degli immobili diventino strutturali, segnando una radicale trasformazione del settore, con indubbi vantaggi sul piano economico ed occupazionale e senza gravare sulle casse dello Stato.
Non è un mistero, poi, che la Commissione Europea stia per varare provvedimenti che andranno nella direzione di imporre (dal 2030) l’obbligo di costruire edifici a zero emissioni. Una grande opportunità che si lega alla ormai non più rinviabile riqualificazione del patrimonio immobiliare già esistente, il cui 74% non è adeguato alle normative vigenti in termini di efficientamento energetico e di sicurezza sismica.
E non è tutto. Ai “bonus”, infatti, si aggiungeranno gli enormi investimenti determinati dalla disponibilità delle risorse rivenienti dal PNRR che inevitabilmente (e fortunatamente) saranno spalmate su tutto il territorio nazionale e quindi anche sulle nostre città.
Un appuntamento, quello del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, a cui in Puglia non dobbiamo farci trovare impreparati.
Ecco perché bisognerà cogliere al volo il dinamismo e la disponibilità dell’Assessore regionale alla Formazione Sebastiano Leo per avviare percorsi formativi che offrano al comparto edilizio nuove risorse umane, partendo dai giovani e dalle donne su cui proprio noi di ANCE intendiamo scommettere per riqualificare l’edilizia nel nostro paese.
È necessaria una grande trasformazione culturale per far comprendere che l’edilizia del terzo millennio è “trendy” e che potrà dare sbocchi occupazionali duraturi per un lungo periodo all’intera filiera delle costruzioni.
Un rilancio che consentirà alle nostre imprese di offrire concrete opportunità di reinserimento anche ai lavoratori fuoriusciti da altri comparti produttivi, per effetto della transizione ecologica e dei processi di decarbonizzazione e di deindustrializzazione.
Ecco perché va chiesto a gran voce che il settore dell’edilizia venga messo in condizioni di poter esprimere compiutamente le proprie grandi e immediate potenzialità. Il 2022 potrebbe risultare, pertanto, l’anno della svolta, a beneficio delle nostre comunità, grazie ad una “lettura” ambiziosa e lungimirante delle opportunità messe in campo dall’Unione Europea e dal Governo nazionale. Un motivo in più per guardare al futuro con fiducia, a partire proprio dall’anno che sta per iniziare. Buon 2022!
Angelo Contessa – Presidente ANCE Brindisi