Faccio mio l’intervento dell’amico Giorgio Sciarra che ieri, su facebook, ha scritto al vescovo di Brindisi, Monsignor Domenico Caliandro, lamentando le modalità di svolgimento della processione del Corpus Domini di quest’anno.
“Caro Arcivescovo di Brindisi – scrive Sciarra – mi spieghi per cortesia cosa vuol significare questa paraculata (scusi il termine molto diretto e un po’ volgare, riportato comunque sul vocabolario Treccani e che, soprattutto, rende bene l’idea) del cavallo che precede di molto la processione del Corpus Domini. E’ sembrata semplicemente una presa in giro, sic et simpliciter. Non so se si sia reso conto di aver umiliato, mortificato una tradizione unica nel suo genere le cui radici non affondano nelle credenze o nella superstizione ma nella storia, la qual cosa offre un significato ben diverso. I particolari di questa storia possono esserle forniti facilmente. Le tradizioni popolari sono spesso uno dei collanti della comunità, costituiscono uno di quegli elementi che creano il loro senso di appartenenza. Ecco, Lei con questo atto non ha reso un buon servigio alla collettività cui dovrebbe accudire.
Comprendo le sue remore, i suoi timori a salire in groppa al nobile destriero dopo l’incidente accadutole l’anno scorso, ma è bene evidenziare che fu causato dalla negligenza di qualcuno e non dalle bizze del cavallo. Se Lei non aveva intenzione di far svolgere la processione come per molti secoli i fedeli l’hanno seguita con devozione, poteva benissimo trovare qualche scusa “inderogabile”, un viaggio, un ritiro spirituale, una finta indisposizione o quello che voleva e delegare qualcun altro. Signor Arcivescovo non si metta pure Lei ad avvilire questa città, già abbiamo così tanti e grossi problemi sul fronte laico che non sarebbe proprio il caso. La ringrazio per l’eventuale attenzione”.
Ecco, fin qui le parole di Sciarra. Noi, vogliamo semplicemente aggiungere che se monsignor Caliandro non se la sentiva davvero di salire sul cavallo, legittimamente considerato il brutto incidente occorsogli lo scorso anno, avrebbe potuto delegare un suo Vicario e la festa, per i brindisini, sarebbe stata salva.
Pamela Spinelli
(Foto Roberto Caroppo)