BRINDISI – Ruota attorno a incarichi giudiziari e consulenze che sarebbero stati “spartiti” illecitamente l’inchiesta della procura di Potenza sull’attivita’ della sezione fallimentare del Tribunale di Brindisi che ha portato all’arresto da parte della Guardia di Finanza di un giudice civile, Gianmarco Galiano, e di altre cinque persone, tra imprenditori e professionisti. L’accusa è di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione in atti giudiziari. 21 complessivamente gli indagati, tra i quali compaiono altri due magistrati: si tratta di Francesco Giliberti e Giuseppe Marseglia. Dei sei arrestati, tre sono finiti in carcere, tra cui lo stesso giudice Galiano, l’imprenditore Massimo Bianco ed il commercialista Oreste Pepe Milizia e tre ai domiciliari: l’avvocato Federica Spina, l’imprenditore Francesco Bianco e l’ex presidente dell’Ordine degli Ingegneri Annalisa Formosi. La indagini, avviate nel 2017 dalla Procura di Brindisi, sono poi state trasferite a Potenza per competenza funzionale in seguito al coinvolgimento dei magistrati. A capo dell’associazione a delinquere, di cui farebbero parte 13 dei 21 indagati, ci sarebbe proprio il giudice Galiano che, assieme ad alcuni professionisti iscritti nell’albo dei curatori fallimentari del Tribunale di Brindisi, avrebbero agevolato alcuni imprenditori, coinvolti in vicende giudiziarie. Secondo quanto contestato, l’associazione sarebbe stata c finalizzata a compiere reati di corruzione in atti giudiziari, falsi in atto pubblico, concussioni, abusi d’ufficio, riciclaggio, autoriciclaggio ed emissione di fatture per operazioni inesistenti.