Cosa mangiare durante il ciclo? – del dr. Claudio Mustich (Biologo Nutrizionista)

Oggi trattiamo un argomento molto complesso e lungo, ma estremamente interessante per tutte le donne in età fertile.
COSA MANGIARE DURANTE IL CICLO.
L’alimentazione avrà un ruolo fondamentale sia con scelte adeguate che agiscano in sinergia con i vari ormoni, di volta in volta dominanti, sia per evitare quegli errori nutrizionali che disturbino il susseguirsi delle varie fasi.
PERIODO ESTROGENICO pre-ovulatorio Il “dominio” ormonale fino al 9-10° giorno del ciclo sarà quello degli estrogeni. L’organo maggiormente implicato sarà il fegato, che richiederà uno stimolo intenso e costante tramite alimenti ripassati, trifolati, in pastella, panati e fritti dorati, con una gradualità che sarà modulata in base alle esigenze specifiche della donna in trattamento. Si sceglieranno soluzioni come la fettina panata, le frittate o le uova strapazzate o al tegamino, i carciofi in tutte le loro modalità di cottura, i fiori di zucca in pastella, le patate fritte, la pasta o il riso aglio, olio e peperoncino o all’arrabbiata, le verdure ricche di ferro crude o ripassate, etc. Saranno utili frutti ricchi di vitamina C e sarà possibile anche la pizza (con un’attenzione particolare alla qualità della lievitazione), ma si eviteranno alimenti non particolarmente adatti per il fegato come le Crucifere (broccoli, verza, cime di rapa, etc.), i funghi e le solanacee come la melanzana o i peperoni.
PERIODO OVULATORIO
Verso il nono o decimo giorno di un ciclo mestruale regolare, s’interromperà lo stimolo epatico, poiché in fase ovulatoria la fisiologia ormonale femminile avrà bisogno di una fase di “quiete” metabolica, che agevoli l’eventuale fecondazione. Pertanto, saranno controindicati i fritti, ma anche lo stimolo tiroideo dei pesci a elevato contenuto di iodio e fosforo. Invece, la necessità di lipidi e colesterolo, indispensabili per un’efficiente formazione del corpo luteo e poi per la sintesi del progesterone, renderanno utili i pesci “grassi” come il salmone, il tonno, il pesce spada, i crostacei e i mitili. In assenza d’intolleranza al lattosio, stipsi e obesità, e solo dopo un controllo del profilo lipidico che non evidenzi ipercolesterolemia, si potranno concedere anche formaggi e altri derivati del latte, o verdure cotte in besciamelle. Le proteine della carne, in quantità e frequenza inferiori rispetto alla fase estrogenica, saranno scelte fra quelle bianche e a maggiore quantità di lipidi, come la carne di maiale. Fra i vari frutti saranno utili quelli che miglioreranno la microcircolazione come la melagrana, i gelsi, le fragole e i frutti di bosco. Le mandorle, le noci, le nocciole e i pinoli avranno una specifica indicazione per il loro contenuto di calcio, potassio, magnesio e acidi grassi vegetali.
PERIODO PROGESTINICO
Se in fase pre-ovulatoria saranno state fornite sufficienti quote lipidiche per la sintesi del progesterone, in questa fase occorrerà ridurle, incrementando la percentuale di zuccheri semplici e complessi e di tutta una serie di alimenti che contribuiranno a mantenere elevata la secrezione dell’LH ipofisario. Prova ne sia il fatto che in molte donne aumenta il desiderio di dolci, cioccolato e carboidrati nella fase post-ovulatoria, da gestire con attenzione solo nei casi di donne a rischio diabetico. Nei limiti della compatibilità individuale, si proporranno con maggiore frequenza i prodotti ittici più ricchi di iodio e fosforo (spigola, orata, merluzzo, baccalà, etc.), per contrastare l’imbibizione tessutale e il rischio di aumento di peso. Fra le verdure saranno indicate le Crucifere (broccoli, cavolfiore, cavolo cappuccio, cime di rapa, ravanelli, rucola e verza), sia crude, quando possibile, sia lesse o ripassate, riservando le cotture fritte, in pastella o fritte dorate solo a casi particolari di obesità con ipofunzione epato-tiroidea. Saranno adatti i carciofi, il finocchio, il cetriolo, alcune preparazioni di melanzane e peperoni, il sedano e le Cicoriae (indivia belga, radicchio, scarola, puntarelle e la classica cicoria). Le varie modalità di utilizzo della cipolla troveranno la loro indicazione nei casi in cui si richieda una maggiore azione diuretica, associate opportunamente nella composizione dei pasti. Infine, i frutti più adatti per sostenere la sintesi del progesterone saranno le banane, le castagne e l’uva.
PERIODO PREMESTRUALE
Alla fine della fase progestinica del ciclo, mediamente intorno al 21°-22° giorno, gradualmente i valori dell’LH decrescono e l’ipofisi inizia a rilasciare FSH, per stimolare le ovaie a produrre estrogeni, in previsione del ciclo successivo. Sarà opportuno riprendere gradualmente a stimolare il fegato, che dovrà intervenire nei delicati meccanismi del cambio ormonale, fornire una quota di ferro, soprattutto nei casi di documentata iposideremia, e iniziare a considerare i meccanismi coagulatori del sangue, in modo da garantire la regolarità del flusso mestruale al 28° giorno circa. Sarà utile proporre alimenti come la zucchina, i fagiolini, le banane, etc., poiché l’azione miorilassante dovuta al loro contenuto di potassio eviterà il rischio di dolori dismenorroici. I frequenti e più o meno significativi sbalzi del tono dell’umore, lamentati da molte donne nella fase premestruale saranno meglio gestiti se si ridurranno tutti gli alimenti neuro-eccitanti, come la maggior parte dei prodotti ittici. Soluzioni possibili, soprattutto nelle donne in sovrappeso, saranno i pesci di scoglio e di fondale, a minore contenuto di iodio e fosforo, o il pesce lesso, che perderà in diluizione una quota considerevole di sali minerali.

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