“Credibilità e Reputazione” – di Max De Lorenzis

“Ci sono due modi per affrontare il dolore: puoi lasciare che ti distrugga.. o puoi usarlo come una spinta per guidarti a sognare più in grande e a lavorare meglio”.

Nuove narrazioni e modalità per determinarle si affacciano in un’epoca di profondi cambiamenti intercettati dallo spirito che ne è avvolto. La sua forza si ritrova rivolta alle nuove sperimentazioni nell’attualità dei pregiudizi, della credibilità e delle reputazioni emergenti in un disegno creativo dell’esserci nel mondo con la propria traccia soggettiva e libera.

Una necessità prorompente si evince nel processo di codifica e decodifica del mondo.

Sullo sfondo, una ricercata dialettica tra l’io e il mondo rappresentatoci ed una profonda tensione ed esigenza interpretativa alla ricerca di un equilibrio, di un porto delle armonie per quel tumulto interiore delle interrogazioni, del pathos architetto di metafisiche strutture ora in conflitto, ora no, in una ritmica altalena delle alterità dell’essere.

Questo approdo e approccio raffinato dello spirito per quell’auspicato, strappato, conquistato, affermato luogo migliore nel mondo, appare in tutta la sua veemenza ed erotismo nelle sequenze delle immagini tra spazio-tempo; sperimento estetico volto alla bellezza come perenne ricerca dell’uomo.

Tutto questo con sapienza, delicatezza, gradevoli sfumature e dissolvenze viene sintetizzato dall’autore che supera le mura di un recinto troppo angusto, una condizione troppo violenta e attraverso l’arte e l’intrinseco momento rivoluzionario fugge e rifugge immaginando dimensioni e scenografie lontane dalla propria condizione, ma di un’unica bellezza, quasi volesse dire che quella bellezza è la fine, ma anche la fine quasi evocata dal rosso sangue che segue quelle proprie e naturali dinamiche dei fluidi, così liberato dai contenitori o meglio dire costrittori sociali, come se fossimo liquido vitale del mondo e non del corpo.

Immagini e musica, un tutt’uno dalla dinamicità ben congenita e i linguaggi criptici di una scrittura introspettiva che sviluppa lentamente esprimendosi come tensione esistenziale, conseguenza di un mondo estraneo che non ingloba l’essere, ma quasi lo rifiuta per inadeguatezza alla macchina di un sistema indecifrabile ed insostenibile per l’uomo non opportuno, non omologato, non lobotomizzato.

Tale si dimena vittima di funzionali miopie del pregiudizio nel mondo che è sistema e dispositivo al contempo, dispositivo di sapere e potere che forgia quelle reputazioni anestetizzando il soggetto autonomo facendolo attraversare dai peggiori opportunismi e riducendolo ad automa del giudizio, del pregiudizio, della reputazione.

Oggi il gruppo sociale diventa virtuale e si arricchisce di nuovi linguaggi, tempi e spazi ove trovano nuove e rinnovate definizioni come la credibilità e la reputazione, oggi trasformate e virtualizzate ma anche annientate.

Dott. Max De Lorenzis

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