Le vicende politico-amministrative delle ultime ore sono devastanti per il futuro della nostra città, anche alla luce delle conseguenze che andranno a ripercuotersi direttamente sulle famiglie attraverso la soppressione di servizi essenziali.
Partiamo delle dimissioni dell’Assessore al Bilancio Cristiano D’Errico, il quale ha abbandonato la nave nel momento in cui si è reso conto che stava per affondare. La sua posizione – è evidente – collima per molti versi con quella del suo dirigente Simone Simeone. Entrambi – da quanto si intuisce dalle posizioni espresse fino ad oggi – chiedono che vengano rispettate le scelte compiute da sindaco, giunta e consiglio comunale per evitare di finire in una situazione di dissesto finanziario. Impegni in gran parte disattesi, se è vero che alcune importanti partite di entrate (vendita immobili comunali, piscine e farmacie, introiti derivanti dalla discarica di Autigno, ecc.) non si sono concretizzate, così come non sono stati effettuati i tagli previsti nelle spese.
La conseguenza è che i conti non quadrano e il dirigente – evidentemente – si è limitato a certificarlo.
Se l’assessore D’Errico si è dimesso è chiaro che si trova sulla stessa lunghezza d’onda del suo dirigente. Ma non basta affermare che “questo non è il mio bilancio”. D’Errico ha svolto fino a ieri un ruolo pubblico di grandissima responsabilità ed ha il dovere di fare chiarezza. I brindisini, insomma, vogliono sapere cosa si nasconde dietro quel documento contabile e cosa ci aspetta per il futuro. Andar via senza spiegazioni significa lasciare spazio ad una pericolosa coltre di nebbia.
Posizione ben diversa quella del sindaco Rossi. Qui entra in campo anche un problema di dignità, oltre che di valutazioni politiche.
E’ stato lui a dichiarare la non approvazione del bilancio in Giunta “perché non c’erano le condizioni per approvare un bilancio politico”.
Tralasciamo la solita storiella dei guasti che provengono dagli ultimi 20 anni di governo della città. Ogni sindaco si è trovato a dover affrontare i problemi provenienti dal passato, ma nessuno ha mai trascinato la città verso il baratro come questa amministrazione.
Oggi, però, grazie alla incapacità della giunta-Rossi, è in procinto di arrivare un commissario ad acta che – come ripete lo stesso Rossi – darà vita ad un bilancio “che non avrà nulla di politico, ma che sarà solo tecnico”.
Ed allora, una domanda sorge spontanea: Cosa aspetta la “politica” a farsi da parte, visto che comunque le scelte per la città le dovrà compiere un tecnico?
Di fronte ad una certificata incapacità di agire, pertanto, il sindaco Rossi faccia coerentemente un passo indietro e lasci ai cittadini la scelta su chi dovrà tentare di ricostruire Brindisi dalle macerie in cui l’hanno fatta piombare.
Partiamo delle dimissioni dell’Assessore al Bilancio Cristiano D’Errico, il quale ha abbandonato la nave nel momento in cui si è reso conto che stava per affondare. La sua posizione – è evidente – collima per molti versi con quella del suo dirigente Simone Simeone. Entrambi – da quanto si intuisce dalle posizioni espresse fino ad oggi – chiedono che vengano rispettate le scelte compiute da sindaco, giunta e consiglio comunale per evitare di finire in una situazione di dissesto finanziario. Impegni in gran parte disattesi, se è vero che alcune importanti partite di entrate (vendita immobili comunali, piscine e farmacie, introiti derivanti dalla discarica di Autigno, ecc.) non si sono concretizzate, così come non sono stati effettuati i tagli previsti nelle spese.
La conseguenza è che i conti non quadrano e il dirigente – evidentemente – si è limitato a certificarlo.
Se l’assessore D’Errico si è dimesso è chiaro che si trova sulla stessa lunghezza d’onda del suo dirigente. Ma non basta affermare che “questo non è il mio bilancio”. D’Errico ha svolto fino a ieri un ruolo pubblico di grandissima responsabilità ed ha il dovere di fare chiarezza. I brindisini, insomma, vogliono sapere cosa si nasconde dietro quel documento contabile e cosa ci aspetta per il futuro. Andar via senza spiegazioni significa lasciare spazio ad una pericolosa coltre di nebbia.
Posizione ben diversa quella del sindaco Rossi. Qui entra in campo anche un problema di dignità, oltre che di valutazioni politiche.
E’ stato lui a dichiarare la non approvazione del bilancio in Giunta “perché non c’erano le condizioni per approvare un bilancio politico”.
Tralasciamo la solita storiella dei guasti che provengono dagli ultimi 20 anni di governo della città. Ogni sindaco si è trovato a dover affrontare i problemi provenienti dal passato, ma nessuno ha mai trascinato la città verso il baratro come questa amministrazione.
Oggi, però, grazie alla incapacità della giunta-Rossi, è in procinto di arrivare un commissario ad acta che – come ripete lo stesso Rossi – darà vita ad un bilancio “che non avrà nulla di politico, ma che sarà solo tecnico”.
Ed allora, una domanda sorge spontanea: Cosa aspetta la “politica” a farsi da parte, visto che comunque le scelte per la città le dovrà compiere un tecnico?
Di fronte ad una certificata incapacità di agire, pertanto, il sindaco Rossi faccia coerentemente un passo indietro e lasci ai cittadini la scelta su chi dovrà tentare di ricostruire Brindisi dalle macerie in cui l’hanno fatta piombare.
Pietro Guadalupi – Fratelli d’Italia