Ancora ‘tavoli’ di confronto e riunioni per definire una ‘vertenza Brindisi’. Non è il primo incontro tra organizzazioni sindacali, associazioni di categoria del mondo produttivo ed imprenditoriale, rappresentanti politici del territorio per analizzare le tante vertenze di crisi occupazionale che questa Città sta vivendo.
Ora si tenta un nuovo confronto finalizzato a definire un documento di base con proposte del territorio per il rilancio dello sviluppo economico da portare all’attenzione dei Dicasteri nazionali.
Molte volte sindacati e associazioni si sono detti favorevoli ad affermare un’idea di sostenibilità e di sviluppo, valorizzando le risorse del nostro territorio: in questa fase di transizione energetica che la nostra città sta attraversando e con non poche crisi occupazionali è del tutto evidente affermare e rilanciare un piano industriale in chiave ecologica, facendo sistema di filiere di comparto produttivo: chimica, aeronautica, agroalimentare e di servizi come ricerca, università, portualità, comunicazioni e turismo.
Sosteniamo che lo sviluppo sostenibile non può essere solo un ‘idea ‘moderna’ di città a tutti i costi e distruggendo gli insediamenti industriali e presentare ‘ideologicamente’ una vision di città ‘avatar’che ancora non si definisce.
Nella realtà, Brindisi sta vivendo crisi occupazionali, con licenziamenti in atto e di difficile riqualificazione; aziende che stanno chiudendo a causa della bomba rincari energia e gas; cittadini che sono costretti a fare lunghe file nei centri Caritas della Città per avere un pasto caldo.
E non si invochi la scusa che non ci sono risorse: se sacrifici vanno invocati deve essere per tutti tenuto conto che a breve lo Stato dovrà impiegare molti più fondi di quanto avrebbe dovuto immettere per frenare la crisi economica delle aziende con cassa integrazione e reddito di cittadinanza.
Si esca dal ‘palazzo’ e si tocchi con mano l’impatto devastante che avrà sulle famiglie questa crisi energetica.
A livello politico, assistiamo ad un’Amministrazione Provinciale e Cittadina assenti che non riescono a concertare con le proprie ‘maggioranze’ per promuovere sviluppo economico in questo territorio; si discute invece solo se una nomina assessorile regionale alla sanità sia compatibile con i loro programmi.
Sicuramente si dirà che la crisi che la Città di Brindisi sta attraversando non è responsabilità di questa Amministrazione, ma dei tempi passati.
L’unica certezza che abbiamo è che l’ amministrazione Rossi ‘arcobaleno’ è lontana dai problemi reali della Città.
Noi dell’Udc sempre sensibili ai problemi della città continueremo a fornire consigli ‘utili’ per la nostra Comunità.
Anche un ‘centrodestra’ diviso non sarebbe utile alternativa, né servirebbe – per ora – una azione di allargamento del campo, a partita iniziata.
Serve ben altro per superare le crisi di questa nostra realtà e dare risposte alle vertenze occupazionali in atto.
Ora più che mai, noi dell’Udc, eredi più prossimi della tradizione moderata che fu inaugurata da Alcide De Gasperi, riteniamo necessario un nuovo corso della politica territoriale e non solo; è necessario intraprendere, con responsabilità, un lavoro di ricucitura e ricostruzione per provare a risolvere in maniera positiva questa transizione amministrativa, per rinnovarsi e ristrutturarsi.