BRINDISI – Tanti gli spunti emersi stamane nell’incontro voluto dal Presidente dell’Asi, Domenico Bianco, per parlare di Area Logistica Integrata e soprattutto del progetto della piastra logistica integrata retroportuale, progettata nel 2011 dall’Ente che ha ospitato l’incontro. Hanno relazionato: l’ing. Infante per il MIT, l’ing. Campanile per la Regione Puglia, l’ing. Mega come rappresentante del Tavolo Locale dell’Ali, il prof. Ciunelli come progettista della piastra logistica, l’economista prof. Pirro per l’Università di Bari, l’ing. Laghezza per Rete Ferroviaria Italiana.

Il Presidente Bianco, in apertura, ha auspicato un ingresso dell’Asi nel Tavolo Locale dell’Ali, in quanto proprietario di aree retroportuali e quindi soggetto interessato allo sviluppo della logistica.

mimmo bianco
Mimmo Bianco

Il prof. Ciunelli ha poi illustrato ai presenti il progetto della piastra logistica, il quale viene riproposto con forza dopo il protocollo d’intesa del 2012 con la Regione e la successiva esclusione dai finanziamenti statali. L’intervento permetterebbe alla città di aprirsi al traffico merci intermodale, dato che, ad oggi, tale traffico si regge soltanto sulla movimentazione di tir garantita dal petrolchimico. L’idea è di sfruttare l’infrastrutturazione della dorsale adriatica, spendendo 39 mln di euro di fondi pubblici per opere quali il piazzale e la viabilità connessa, e 26 mln (in project financing) per la realizzazione di due opifici, uno per il traffico gomma-gomma, l’altro per quello gomma-ferro. L’opera, tra l’altro, sorgerebbe nei pressi della viabilità stradale principale e andrebbe a collegarsi con l’Interporto di Bari.

Gli entusiasmi, però, sono presto stati spenti dal tecnico della Regione, che ha spiegato come l’opera, seppur astrattamente condivisibile, non può essere finanziata prontamente sia per la necessità di intervenire prioritariamente su altre opere più importanti, e soprattutto per la mancanza, al momento, di un soggetto privato che investa sulla piastra e ne garantisca il funzionamento, perché altrimenti si rischierebbe di spendere inutilmente denaro pubblico. Questo concetto è stato in qualche modo confermato e ripreso dall’esponente del MIT, che data l’esiguità delle risorse pubbliche a disposizione, ha consigliato di presentare il progetto in project financing, perché solo così potrà essere preso in debita considerazione.




Questo discorso ha fatto storcere il naso al Presidente dell’Asi, che ha annunciato una battaglia per garantire al territorio quest’opera, la quale potrà creare i pressuposti per una ripresa economica indifferibile. Lo stesso ha sottolineato, infatti, che non è più possibile assistere ad un crollo delle nascite e ad un flusso migratorio come quello che sta interessando la città di Brindisi.

Il referente di Rfi ha rammentato gli sforzi prodotti per migliorare lo stato delle linee ferroviarie, in linea con le direttive europee sulle reti Ten-T, allungando i convogli fino a 750 metri, eliminando le strozzature, intervenendo sulle sagome e, soprattutto, portando i binari a ridosso delle banchine, in modo da dare impulso al traffico merci intermodale e togliere i tir dalle strade.

L’ing. Mega, già Segretario dell’AP di Bari, ha spiegato come sia inutile investire sul traffico container, dato che è un settore in forte crisi in Italia e dato che Taranto è già infrastrutturata con fondali di 16 metri di profondità e con un terminal ferroviario marittimo che è unico in Puglia. Brindisi, pertanto, potrebbe puntare sull’incremento del traffico ro-ro sulle rotte dei Balcani e del Medio Oriente, le cui direttrici difficilmente potranno essere aggredite dal porto di Taranto, seppure lo stesso si stia attrezzando al riguardo, anche grazie all’arrivo di Grimaldi. La speranza è che per esempio i turchi possano ritenere conveniente utilizzare il porto di Brindisi al posto di quello di Trieste, ma per fare questo vi è bisogno che le merci possano essere trasferite velocemente dalla nave sul treno.

E’ stata la volta, poi, del prof. Pirro, che ha sottolineato i numeri incredibili fatti registrare dal sistema manifatturiero brindisino, i quali raggiungono un rilievo addirittura internazionale. Lo stesso ha ricordato come non basti avere infrastrutture adeguate per catalizzare traffici, ma che a questo si debba aggiungere la capacità degli imprenditori e delle istituzioni. L’invito del professore, allora, è a non sottolineare sempre le criticità ambientali arrecate dalle aziende locali, perché questo allontanerebbe gli investitori, al pari, a suo dire, di vicende come quella del rigassificatore, la quale avrebbe avuto grandi ripercussioni sull’appeal della città, che ancora oggi viene vista dagli investitori come ostile, refrattaria ed inaffidabile. Per tali ragioni, lo stesso ha lanciato un monito alla cittadinanza affinché non respinga il progetto presentato da A2A.

Infine, spazio ai brevi interventi di Teo Titi in rappresentanza degli OPS, che ha confermato i contatti intercorrenti con alcuni grandi armatori turchi – interessati alle banchine brindisine per via del congestionamento del porto di Trieste – ed ha aperto una polemica con l’AP sulla concessione rilasciata alla Peyrani per il deposito dei tubi del Tap nel piazzale appena ristrutturato.

Chiusura affidata all’ing. Infante del MIT, che ha assicurato i presenti sulla debita considerazione nella quale è tenuto il porto di Brindisi, ritenendo la nomenclatura di porto ‘comprehensive’ invece che ‘core’ marginale e riconducibile ad una mera questione formale.

Andrea Pezzuto




LASCIA UN COMMENTO