D’Alema e la sua ricetta di discontinuità politica attuata con gli stessi di sempre

BRINDISI – “Chissà cosa ne pensa Massimo D’Alema della spaccatura interna al Movimento nella provincia di Brindisi”: questa la curiosità che balenava nelle testa di molti prima del suo arrivo a Brindisi. Noi abbiamo provato a chiederglielo, ma il leader storico della sinistra italiana ha glissato, rispondendo di non voler entrare nelle faccende locali. Eppure l’apertura e la chiusura del suo intervento all’interno dell’auditorium della Biblioteca provinciale sono stati riservati a coloro i quali non erano presenti in sala: D’Alema ha rivolto un appello a costoro (“alcuni dei quali sono miei vecchi amici”, ha evidenziato) affinché sotterrino l’ascia di guerra e portino il loro legittimo disappunto all’interno delle riunioni di partito. E tra gli assenti, oltre ai rappresentanti della sede brindisina del Movimento (un nome su tutti, Carmine Dipietrangelo) c’erano anche l’Onorevole Matarrelli ed il Consigliere regionale Mauro Vizzino.

Tra i presenti, invece, spiccavano i volti dell’ex Assessore regionale Sandro Frisullo e, per quanto concerne la città di Brindisi, quelli di Angela Carluccio, Vito Carella, Luciano Loiacono (freschi uscenti dalla maggioranza di governo cittadina), Giampaolo D’Onofrio (in Consiglio comunale con Impegno Sociale di Carmelo Palazzo) e dei nuovi iscritti Salvatore Brigante e Maurizio Colella.

Cercando di giustificare la mossa di includere nel Movimento chiunque ne abbia fatto richiesta, il Consigliere regionale Pino Romano ha spiegato che è importante chiedersi “per cosa scendiamo in campo” e non “con chi stiamo scendendo in campo”, alludendo al veto posto da alcuni militanti brindisini di Art. 1 rispetto all’ingresso di amministratori protagonisti delle ultime sfortunate vicende amministrative.

Romano, nel corso del suo intervento, ha poi sottolineato come ci sia disaffezione verso “un certo modo di fare politica” e che il disagio della gente che ne scaturisce lascia il campo a derive come quelle rappresentate, a suo dire, dal Movimento 5 Stelle. Ecco, potenzialmente ciò potrebbe avvenire anche a Brindisi, proprio perché la parte di Movimento che fa capo alla sua frangia non sta cogliendo le istanze di discontinuità amministrativa che si levano da una parte consistente della cittadinanza; ma queste sono valutazioni che non competono a noi cronisti e che lasciano il tempo che trovano in attesa del giudizio sul campo, che nell’ultimo lustro, in effetti, ha sempre dato ragione a “questo modo di fare politica”.

Massimo D’Alema, invece, al netto dello stringato appello lanciato ai dissidenti locali al quale accennavamo innanzi, ha incentrato gran parte del suo discorso sulle grandi tematiche nazionali che si trovano da mesi sul tavolo del confronto e che riguardano temi legati alla sanità, alla disoccupazione giovanile, al rapporto con le grandi multinazionali e con le grandi banche, non sottraendosi a soventi punzecchiature rivolte a Matteo Renzi.

D’Alema ha poi reso pubblica la propria disponibilità a candidarsi in Puglia come Senatore, giustificando tale scelta con la necessità che un partito nuovo e sprovvisto ancora del simbolo possa almeno presentarsi alle elzioni con politici conosciuti dalla gente.

In chiusura, il leader nazionale ha ringraziato Pino Romano per il grande lavoro svolto ed ha richiesto l’aiuto di tutti, presenti ed assenti in aula, per provare a mettere in campo un modo di fare politica differente rispetto al presente ed al recente passato. Discontinuità, insomma, ma con gli stessi di sempre.

 

Andrea Pezzuto
Redazione
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