In un Paese normale, con una classe dirigente consapevole del ruolo affidatogli e dei rischi che in tali circostanze corre la Democrazia, vinti e vincitori avrebbero valutato in tal modo gli accadimenti elettorali ultimi. Ed invece le cose non stanno così, in verità da molto tempo fanno finta di non accorgersi dei guasti che diventano sempre più vistosi ed intollerabili. I cittadini disertano le urne massicciamente perché spesso non comprendono quello che avviene nel proprio Paese, perché si cambia partito, come mai qualcuno non si adopera a spiegare come mai l’Italia è vicina al default e cosa suggerisce per cambiare.
Sempre i cittadini sono solo spettatori del confezionamento delle liste e si sentono chiamati solo ad esprimere il voto obbligato nel senso che non è dato loro alcuna scelta.
Gli stessi volti, gli stessi personaggi da oltre 30 anni occupano gli scranni dei palazzi, del governo e sottogoverno; come si fa a riproporli se soprattutto a causa loro l’Italia si trova in queste condizioni? Per andare a votare in queste condizioni, bisogna essere animati da forte senso civico.
La legge elettorale? Di peggio non si poteva proporre!. Una legge elettorale veramente democratica dove il cittadino è libero di scegliersi il proprio candidato, del territorio e non catapultato dalle segreterie che nessuno conosce veramente. Una legge elettorale proporzionale pura e semplice, senza complicanze, simile a quella dei Comuni dove si elegge il Sindaco ed i Consiglieri e nel nostro caso il presidente del Consiglio ed i parlamentari. Il Sindaco elegge la giunta ed il Presidente il Consiglio dei Ministri.
In un momento di rischio grave come quello che stiamo affrontando, tutta la comunità nazionale dovrebbe reagire come una sola persona e non vada alla ricerca di protagonismi fuorvianti ed ambigui. Penso che il comportamento che generalmente hanno le forze politiche di una perenne ricerca del consenso ad ogni costo con la tendenza a criminalizzare gli avversari, alla fine squalifichi la funzione politica e spinga i cittadini a ritrarsi nell’ambito personale, anche perché, ormai è evidente i partiti si sono chiusi nel recinto ristretto dei loro rappresentanti delle istituzioni e non chiedono partecipazione come la Carta Costituzionale auspica.
Il tema dell’ostruzione dei canali di partecipazione nei Partiti alla loro vita interna è diventato ormai molto serio e si dovrà in qualche modo porre rimedio se non vogliamo incorrere in rischi ancora più gravi di quelli che già stiamo vivendo.
Le parole della canzone bellissima di Giorgio Gaber sulla libertà, dovrebbe risuonare continuamente negli ambienti della politica: la libertà di ciascuno di noi trova sbocco solo attraverso la partecipazione nella Democrazia; non la trova nel delegare, nel farsi comandare e nell’andare solo a votare.
Come si fa ad essere sereni in questo Paese di furbacchioni in cui anzichè procedere per la via maestra , diritta e semplice, si percorrono scientificamente sempre strade contorte? E’ solo colpa della burocrazia?
Il 25 di settembre si prevede un astensionismo di massa per protesta o disinteresse, consistente nella rinuncia a partecipare al voto.
La Casa dei Liberali .
La segreteria