Chiara Gemma, europarlamentare FdI: la popolazione in percentuale, del totale globale, si è già ridotta della metà negli ultimi 60 anni.
<<Eurostat per il 2030 prevede 190.000 nascite in meno in tutta l’Unione Europea rispetto al 2020>>. L’eurodeputata riflette sulle implicazioni per gli anni a venire delle regioni del Sud dell’Europa. << I tassi di fertilità molto più bassi e i tassi di emigrazione più elevati – insiste – amplieranno ulteriormente la disuguaglianza economica europea, con poche soluzioni politiche trattabili a prima vista>>. <<Dagli inizi degli anni ottanta – aggiunge – il calo della natalità si è imposto in modo via via più clamoroso, oltre che come una trasformazione di grande portata nelle abitudini, nei costumi, nei modi di vivere, come una delle grandi questioni della vita italiana. E gli italiani, che erano abituati a pensare se stessi come uno dei popoli più prolifici d’Europa, si sono scoperti invece ai vertici della denatalità. Sono stati messi in campo 2,5 miliardi di investimenti diretti, con benefici per le famiglie italiane di 16 miliardi di euro>>. Come agire per sostenere politiche a favore delle famiglie? Un punto cruciale per l’onorevole Gemma è la promozione di un equilibrio tra vita professionale e personale, senza lasciarsi toccare dal pensiero comune secondo cui mettere un bambino al mondo può compromettere libertà, sogni e carriera. <<Mi riferisco alla necessità di concretizzare un ambiente in cui le persone si sentano sicure nel pianificare una famiglia, ma anche all’impegno per invertire la rotta a favore della donna che altrimenti avvertirebbe esclusivamente su di sé l’onere di ogni scelta. Dobbiamo promuovere politiche che sostengano ogni sua decisione perché possa davvero sentirsi libera di avere figli nel nome del più alto atto d’amore. Non dobbiamo dimenticare il coraggio e la fatica dietro alle scelte di questa natura, e in virtù di questo atto di gratuità infinita accompagnare la donna in un percorso che non la veda mai sola>>.
