Eurodeputata: “Per noi l’opera è incompatibile con il territorio e contraria alla necessaria transizione energetica”
“Il deposito Gnl di Edison a Brindisi rappresenta un ulteriore passo indietro nella lotta al cambiamento climatico e una dimostrazione di come la volontà dei cittadini e i rischi ambientali siano stati totalmente ignorati. Nonostante la ferma opposizione di movimenti e associazioni locali, si è proseguito nell’iter autorizzativo senza una vera valutazione dei potenziali benefici, che a nostro parere sono inesistenti.”
Lo dichiara in una nota l’europarlamentare del Movimento Cinque Stelle, Valentina Palmisano, che aggiunge: “Questo progetto non solo è in contraddizione con gli obiettivi europei di decarbonizzazione e riduzione delle emissioni di gas serra, ma rappresenta anche un rischio significativo per la comunità locale e l’ambiente. La realizzazione del deposito, che avrebbe dovuto essere supportata da 39 milioni di euro di fondi del Pnrr, rischia ora di essere inserita all’interno di un Accordo di programma per la decarbonizzazione dell’economia di Brindisi. Tuttavia, va sottolineato che, sebbene il Gnl sia stato temporaneamente incluso nella tassonomia green dell’Ue, questa inclusione è limitata e subordinata a criteri molto stringenti che rendono difficile considerarlo una soluzione sostenibile per il futuro”. Ad occuparsi del tema nel territorio è il capogruppo in consiglio comunale a Brindisi del Movimento Cinque Stelle, Roberto Fusco. “Il Movimento 5 Stelle – spiega l’eurodeputata Palmisano che sostiene le attività condotte da Fusco – si batte per l’addio alle fonti fossili e per la sostituzione dei Sussidi Ambientalmente Dannosi (Sad) con Sussidi Ambientalmente Favorevoli (Saf), come previsto nel nostro programma per le elezioni europee. L’idea di utilizzare fondi pubblici per un’infrastruttura basata su una fonte fossile è un esempio evidente di come il nostro Paese stia ancora investendo in un modello energetico obsoleto, invece di concentrarsi su energie rinnovabili e sulla transizione ecologica”. “Il nostro impegno in Europa è volto a garantire che l’Italia raggiunga gli obiettivi del FitFor55 e del REPowerEU, che prevedono la riduzione del 55% delle emissioni di gas a effetto serra entro il 2030 e il potenziamento delle fonti rinnovabili. Progetti come il deposito Gnl di Brindisi, invece – prosegue – vanno nella direzione opposta, mettendo a rischio la salute pubblica, la sicurezza ambientale e la transizione energetica. “Brindisi e il suo porto meritano un futuro basato su uno sviluppo sostenibile, che rispetti l’ambiente e favorisca una crescita economica inclusiva. Continueremo – conclude l’eurodeputata – a batterci affinché si rispetti la volontà dei cittadini e si protegga il futuro della nostra terra, senza ulteriori investimenti in infrastrutture obsolete e pericolose”.