“Difendiamo la stabilità della STP e la sicurezza dei lavoratori: necessità di dialogo e responsabilità”

Come già successo più volte in passato, si mandano in avanscoperta a sondare il terreno le truppe “cammellate”, con richieste fuorvianti ed annunci catastrofici, del tipo “richiesta di uscita del Comune dalla società STP e costituzione di una nuova società pubblica”, senza rendersi conto, né delle tensioni che insorgono tra i lavoratori della stessa Azienda, preoccupati per il loro futuro, né di valutare la necessità reale di rompere i delicati equilibri economici che sono alla base di una Società partecipata che da quattordici anni presenta bilanci attivi di esercizio, dopo un lungo e tormentato periodo di tribolazioni economiche (fino a 13 miliardi di lire di deficit) – dalla sua costituzione nel 1975 fino al 2009 – in cui attraverso robuste riorganizzazioni, alle quali ha contribuito in maniera determinante con la sua lungimiranza un Sindacato attento, preparato e consapevole, è riuscita a raggiungere il pareggio di bilancio prima e poi la positività economico-finanziaria successivamente.

Risulta del tutto chiaro, dalla nota consegnata ai mass media da una componente dello schieramento di centrodestra, che l’equilibrio politico  tra i Soci della STP si sia incrinato su aspetti gestionali pratici, ma è pur vero che una rivendicazione di carattere meramente politico non può pregiudicare il futuro di una Azienda economicamente e finanziariamente sana e, soprattutto l’avvenire  della tranquillità lavorativa dei circa 350 dipendenti.

Appare inoltre bizzarro ritenere che alcune spese appesantiscono il bilancio della STP ma al contempo viene proposta la divisione della società che sicuramente aumenterebbe i costi anche solo per la creazione di due CDA, due Collegi Sindacali, due Direttori e del moltiplicarsi dei Dirigenti (e quindi il duplicarsi delle poltrone).

Pertanto, è il caso che le parti in causa ritornino a sedersi ad un tavolo sul quale porre tutte le questioni in essere e, soprattutto, ritrovino la serenità necessaria per condividere le soluzioni migliori per il bene futuro dell’Azienda, dei lavoratori interessati e per scongiurare il ripetersi di pericolose suggestioni del passato.

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