E’ noto ormai a tutti la situazione di degrado che in provincia di Brindisi si vive e non solo nel settore metalmeccanico.
Stranamente i coordinatori o segretari di partito o chi ricopre cariche politiche ai vari livelli sembra si accorga di questo solo quando le Organizzazioni sindacali manifestano i vari malcontenti, sembra quasi siano lì, dormienti e al suono dei megafoni sindacali si svegliano, con comunicati, interpellanze, mozioni, per poi adagiarsi subito dopo, risvegliandosi solo al successivo dramma sociale che i sindacati fanno suonare.
E’ ovvio che, partendo dal basso, se si hanno delle amministrazioni locali che badano al progresso ad al benessere dei propri cittadini ci si aspetti che gli stessi amministratori costantemente si informino di cosa accade e da come è composto il tessuto sociale che loro stessi amministrano ed in provincia di Brindisi, dove questo non avviene da anni, gli alibi sono scarsi da ricercare per rendere inconfutabile, non si può non sapere che l’industria è quasi scomparsa ed anche se non piace è l’unico volano per un indotto che tende a creare ricchezza.
Ai livelli immediatamente successivi di amministrazioni regionali abbiamo invece chi, per dinamiche sconosciute ai più, spinge per l’una o l’altra provincia, ma risulta essere sempre una guerra tra poveri in quanto i vari consiglieri regionali (ovvio non proprio tutti), rimangono addormentati per un quinquennio senza mai preoccuparsi cosa non accade nella propria regione Puglia, percependo comunque laute prebende mensili ed ottime buonuscite.
Ai vertici Nazionali invece in dramma è incontrollato da almeno un quarto di secolo, dove noi tutti abbiamo perorato la causa del partito di riferimento senza accorgerci che l’inconsistenza delle politiche sul lavoro e sullo sviluppo economico erano state annientate da una profonda incapacità pianificatoria, al netto dei proclami preelettorali ed dei post dopo i dibattiti televisivi non si ha un benchè minimo insediamento industriale pianificato o una politica difensiva della esistente industria, anzi sembra quasi dia fastidio, ma ad un certo punto la mucca da mungere finirà il latte.
Adesso senza emulare gli annientatori di realtà, bisogna ammettere che il nord del paese dia maggiore reddito procapite ai propri cittadini, sia per capacità imprenditoriali sia per gestione più oculata della cosa pubblica, mentre il mezzogiorno arranca e male anche.
Noi chiediamo quindi che si istituisca un tavolo di discussione costante con il Governo centrale affinchè le multinazionali a partecipazione statale facciano si che si investa negli stabilimenti brindisini affinchè l’occupazione cresca nei siti già presenti, poi per i nuovi insediamenti se ne parlerà in futuro, ma bisogna far presto prima il dramma sociale sfoci in qualcosa di incontrollabile e quando a livello centrale se ne accorgeranno sarà troppo tardi.
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