Dormitorio, Casa del Popolo: “Più diritti ed equità per tutti contro disagio ed emarginazione”

Abbiamo appreso tramite i mezzi di stampa di un fatto increscioso che ha visto coinvolti un ospite del dormitorio di via Provinciale per San Vito e due agenti della Polizia Municipale.
La nostra solidarietà ovviamente  va a tutti coloro che subiscono aggressioni e violenze e sono costretti a misurarsi con situazioni  di degrado e di disagio  in prima linea mentre i veri responsabili, da un lato ignorano le criticità e sono incapaci di trovare soluzioni adeguate, dall’altra continuano la loro funesta propaganda  fomentando odio e divisioni.
Non è facendo finta che il problema non esista che si risolve ma programmando delle azioni concrete a breve e lunga scadenza.
Non entriamo nel merito della dinamica dei fatti, ma frequentando gli ospiti del dormitorio e non solo, verso cui, come attivist* della Casa del Popolo, continuiamo nell’azione politica di emersione e di integrazione attraverso l’assistenza legale e burocratica e l’insegnamento della lingua italiana, abbiamo di fatto un osservatorio sulle condizioni del welfare di questa città, settori che non dovrebbero essere delegati per inadempienza degli enti istituzionali deputati.
Il ragazzo che pare essersi reso protagonista di un’azione inconsulta nei confronti degli agenti, e non è la prima volta, probabilmente ha la necessità, così come molti altri e molte altre cittadine e cittadini, di trovare un legittimo apporto e supporto da parte della sfera dei servizi sociali.
E non tanto nell’ottica dell’aiuto al singolo ma principalmente in vantaggio della comunità tutta.
Crediamo che la mancanza di interventi specifici, sempre nel rispetto della dignità di ogni essere umano, non possa non comportare un danno all’intera comunità diventando un pericolo per l’individuo stesso e per terzi.
Puntare il dito o concepire un avvenimento di questo tipo come un singolo fatto a sé stante, non serve a nulla, tantomeno ad una crescita equilibrata di una comunità come quella brindisina, ma non solo, che esige a vari livelli interventi mirati alla socialità e all’integrazione di tutti i suoi soggetti, a prescindere dalla propria provenienza o condizione sociale.
È un dato di fatto che in questi anni c’è stato un progressivo smantellamento dello stato sociale, la scomparsa dei consultori familiari, la riduzione dei livelli e della qualità dei livelli di assistenza medica, la completa mancanza di piani di edilizia popolare, l’aumento dei costi per lo studio, delle rette per asili nido e per le mense scolastiche, eccetera.
A questi si aggiunga la riduzione del potere di acquisto dei redditi da lavoro e ricordiamo anche che le persone che alloggiano al dormitorio sono tutti lavoratori, per la maggioranza in agricoltura, spesso sfruttati e sottopagati, come ed anche peggio delle lavoratrici e dei lavoratori italiani.
A chi da anni sta distruggendo lo stato sociale, con la scusa della mancanza di soldi, che magicamente non mancano mai per grandi opere inutili o per acquistare aerei da guerra, si sono aggiunti coloro che alimentano l’odio verso il “diverso”.
Oggi si parla di migranti, di rom  ieri si accusava chiunque usufruisse di assistenza pubblica di assistenzialismo, di essere un parassita che sfruttava lo Stato.
Il problema non sono gli ospiti del dormitorio, non sono i migranti, non sono i poveri e gli sfruttati. Il problema è l’aumento delle disuguaglianze, la riduzione dei servizi di aiuto alle persone, la distruzione della rete di assistenza sociale e sanitaria che era stata una importantissima conquista delle donne e degli uomini di questo Paese.
Non rivolgiamo la nostra rabbia e la nostra frustrazione verso chi è vittima degli stessi meccanismi di sfruttamento, ma verso chi ne è la causa, verso chi ci sfrutta e ci vuole mantenere in condizioni di vulnerabilità e ricattabilità. Noi continueremo ad attivarci affinchè chi è deputato alla risoluzione di tutto ciò lo faccia…è questo il cambiamento che pretendiamo.
Le attiviste e gli attivisti della “Casa del Popolo” Brindisi

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