Brindisi è una realtà che ha due grandi necessità, quella del cambiamento e quella dello sviluppo. Le due cose sono coniugabili e lo sforzo dell’amministrazione comunale deve essere indirizzato in questo senso. Il porto, con le sue infrastrutture e la sua conformazione naturale, hasempre rappresentato una condizione per il suo utilizzo produttivoche ha saputo cogliere le sue capacità polifunzionali. Oggi il porto necessita pertanto di adeguamenti e di una programmazione di opere in grado di renderlo costantemente competitivo e meno condizionato da un vecchio sviluppo industriale, tra l’altro, in fase di esaurimento come quello dell’approvvigionamento di combustibili(carbone per l’energia e petrolio per la chimica).
In merito alla polemica sviluppatasi sulla colmata nel porto, bene ha fatto il sindaco a voler veder chiaro sulla progettualitàche non significa, a nostro parere,rinunciare a scelte di responsabilità. Il nostro movimento, anche alla luce di vari confronti con operatori e di visite in altri porti, ritiene irrinunciabili le scelte relative ai dragaggi e ai cinque accosti diSant’Apollinare, tra l’altro, programmati e finanziati con lungimiranza anni fa quando si riuscì a inserire la nostra città nel vecchio corridoio 8 e nelle autostrade del mare. La colmata va considerata allora solo come opera alservizio di queste priorità. Dove e come farla e se farla deve far parte di quella preoccupazione esposta dal sindaco e di quel bisogno di chiarezza e di certezza corrispondenti anche alle esigenze di una nuova idea di città portuale proiettata in un futuro sostenibile e nuovo dove gli interessi degli stessi operatori possono essere riconosciuti e valorizzati.
E’ indubbio che vada implementata una progettualità per il porto. Lo chiedono gli operatori economici ed è indispensabile per il futuro e la competitività dello stesso porto.
Mancano delle banchine ed occorrono dei dragaggi per accogliere traffico merci e passeggeri per le navi di nuova generazione. Occorre anche fare presto. Ma se una parte del progetto non si sposa bene con le reali esigenze di un’area o per lo meno non è chiara la sua sostenibilità sia dal punto di vista economico che ambientale, è naturale che una amministrazione che intenda pianificare il futuro della città pretenda di discuterne.
Non ci convincel’affermazione che lo sviluppo non possa essere integrato e sostenibile, non ci venga a prendere in giro nessun Patroni Griffi o qualche professore universitario tuttologo.. Ne abbiamo visti tanti come loro nel passato.
E’ necessario stringere itempi affinché i dragaggi e le banchine si facciano e si facciano presto ma è impensabile che per fare questo l’unica strada sia la realizzazione di una cassa di colmata così come prevista e progettata.
Inoltre se di interventi e di sviluppo il porto medio ha certamente bisogno non va trascurata la necessità di aprire un confronto definitivo con Autorità Portuale e con Marina Militare affinchè sia restituita alla città la parte interna del Porto di cui è sempre stata privata.
Si pianifichi e si realizzi pertanto tutto ciò che serve per sviluppare il porto con nuove banchine da Sant’Apollinare a Capo Bianco anche tenendo conto ed integrando zone archeologiche e naturali. Si realizzi un terminal passeggeri che pur avendo i finanziamenti l’Autorità Portuale non è riuscita a realizzare in tanti annie si liberino le banchine interne da aree di security ed aree militari affinchè si possa circolare a piedi su tutto il lungomare interno. I brindisini delle ultime generazioni non hanno mai potuto godere per intero del loro lungomare. Vogliamo camminare a piedi o in bicicletta dal monumento al Marinaio a Sant’Apollinare seguendo tutto il perimetro del porto interno. Qui a Brindisi, dove dovrebbero svilupparsi attività commerciali e di richiamo turistico noi abbiamo uffici e officine e dove invece dovrebbero esserci traffico merci, uffici ed attrezzature idonee a supporto dell’industria noi facciamo arrivare i passeggeri delle crociere.
Il tutto frutto di improvvisazione del passato e di assenza della politica e di una visione che non può che essere in capo all’amministrazione comunale.
Il nostro invito all’amministrazione ed alla maggioranza di cui facciamo parte assieme a Leu è di riappropriarsi, come città e come politica, della centralità e del governo di tutti quegli enti che fino ad ora non sono stato altro che strumenti avulsi dagli interessi cittadini e molte volte rispondenti a interessi esterni e estranei alla città. Quello che si è detto per l’Autorità Portuale vale anche per il consorzio Asi della zona industriale in cui l’Amministrazione Comunale ha avuto un ruolo sempre marginale e la cui utilità ci sembra da tempo superata.
Non si può pensare di costruire nuovi processi di sviluppo di un territorio se gli enti che lo governano sono tanti e molte volte non hanno tenuto conto della visione e delle esigenze dell’amministrazione e dei cittadini che su quel territorio agiscono e vivono. Brindisi vuole cambiare ma deve anche correre per non paralizzarsi.
ARTICOLO 1 MDP BRINDISI
l’uso del porto intermedio presuppone la liberazione del porto interno: quindi calendarizziamo il trasferimento dei rimorchiatori nel porto interno meglio se quello esterno (pronti ad intervenire), liberiamo il molo da queste servitù opprimenti e poi incominciamo a discutere del resto!