Questa volta i miei colleghi consiglieri (dell’opposizione) sono arrivati un po’ in ritardo su una questione che già tempo addietro ebbi modo di evidenziare come anomalia.
Mi riferisco alla volontà dell’Amministrazione di dotarsi di un altro Dirigente quando invece ritengo e ritenevo che le priorità siano altre.
Questa intenzione era già palese all’atto dell’approvazione del Fabbisogno triennale del personale.
Con la pubblicazione dell’Avviso non è successo nulla di nuovo rispetto alle questioni del personale e così mi limito a riportare quanto già detto:
“… ciò posto, ne, merito, ci sarebbero alcune “scelte” (non si capisce bene fatte da chi) di cui vorrei capire la logica. In generale, negli uffici occorrono più istruttori e, pertanto, forse andrebbero ridimensionate le previsioni di assumere funzionari valorizzando e gratificando quelli attualmente in servizio.
Per lo stesso motivo, con la previsione per il 2024, della conferma di un ulteriore contratto da dirigente ex
110 TUEL, oltre ai due appena assegnati, si impegnano ingenti risorse a carico dell’Amministrazione che potrebbero trovare altra finalizzazione.
Con quale logica si è previsto nel 2024 solo progressioni verticali e, anche per gli anni futuri, non menzionare progressioni orizzontali a beneficio di tutto il personale dipendente?
Una nota positiva per il 2025 sono le risorse previste per la “stabilizzazione” del personale ex LSU ed ex cat.
B, ma nel 2026 ritroviamo qualche inserimento di cui mi sfugge la logica: è prevista l’assunzione di due dirigenti amministrativi (probabilmente per sostituire cloro che andranno in pensione) prevendendo una
“strana” e inconsueta riserva del 50% ai dipendenti che svolgono funzioni dirigenziali ex art. 110 TUEL.
Prima di proporre nuovi atti forse sarebbe il caso di venire incontro alle esigenze espresse dalle organizzazioni sindaci (in stato di agitazione) e risolvere i problemi del personale in servizio (orari di servizio, carichi di lavoro, progressioni, produttività, posizioni organizzative) per poi avviare un confronto sul personale da prendere in futuro”.
In aggiunta, però, oggi, oltre alle perplessità sulle priorità mi sorgono dei “dubbi” sui criteri di questa sezione del Dirigente al PES:
• come mai, oltre alla necessaria laurea, si prevede la possibilità di accesso alla selezione solo di candidati in possesso della qualifica di funzionario da almeno 5 anni nella P.A.? Di solito anche chi ha esperienza in ruoli dirigenziali nel privato da almeno 5 anni può presentare la domanda. Nella ricerca del miglior dirigente escludere chi ha esperienza nel privato in questo particolare settore non credo sia una scelta oculata: immaginate che un dirigente della Arthur Andersen o della Morgan Stanley che si sia occupato di progettazione comunitaria e gestione di fondi per grandi Comuni o Ministeri a
Brindisi non potrebbe neanche presentare la domanda!!!!
come mai i punteggi dei titoli per chi non è del Comune di Brindisi valgono la metà? Pensate al Dirigente alla Programmazione del Comune di Milano che volesse trasferirsi a lavorare Brindisi… i suoi anni di servizio nel capoluogo lombardo varrebbero la metà di chi ha svolto lo stesso ruolo al
Comune di Brindisi!!!!
come mai viene lasciata un’ampia discrezionalità, che rasenta l’arbitrarietà, ad una commissione che, se in un colloquio individuale sulla competenza già potrebbe avere difficoltà di giudizio non capisco come potrebbe assegnare fino ad un terzo del punteggio totale con un colloquio di gruppo sulle capacità manageriali !
Così si rischia seriamente una selezione falsata a monte perché chiusa in entrata a tanti professionisti del settore non dipendenti della P.A., falsata in itinere nella valutazione dei titoli e, infine, falsata a valle perché troppo aleatoria nell’attribuzione di punteggi su capacità da intuire in un colloquio “di gruppo” di qualche
decina di minuti.
Orbene, qualcuno diceva: “A pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca…” e la domanda sorge spontanea: vogliamo il miglior dirigente per quel settore o vogliamo quel dirigente già individuato?
Non che ci sarebbe nulla di illegittimo se si fosse già individuato qualcuno meritevole ma allora perché metter sư questo teatrino para-concorsuale con tanto di prove, commissione e graduatoria con punteggi quando la stessa Legge consente (basta vedere avvisi analoghi di tutti i comuni d’Italia) dopo un’adeguata pubblicità dell’Avviso, di valutare i titoli, stilare una lista di candidati idonei che sostengono un colloquio conoscitivo con l’Amministrazione (come avviene per la selezione dei manager delle partecipate) e poi il Sindaco sceglie intuitu personae a chi dovrà essere conferito l’incarico.
Questa si che sarebbe una procedura veramente trasparente in cui si sa chi decide e chi decide si assume le responsabilità della scelta.
Roberto Quarta
Consigliere comunale
Città di Brindisi